Chieti. Finisce in carcere, ai domiciliari, per le continue richieste di denaro ad una ragazza, conosciuta durante una trasmissione televisiva.
Per questo motivo un ex tronista di 33 anni, Alberto Garofalo, di origini siciliane ma residente a Pescara, è stato arrestato dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Chieti e delle sezione di polizia giudiziaria, sempre delle Fiamme Gialle.
Il giovane partecipava, come tronista ad una trasmission tv (Non si tratta di Uomini e Donne, ma di un format analogo), e proprio in quella occasione avrebbe conosciuto una ragazza. Tra i due ne sarebbe nata un’amicizia. Ma solo in apparenza, visto che srebbero iniziate le richieste di denaro.
Sulle prime, come riferiscono i finanzieri, la donna aveva accettato di venire incontro alle difficoltà economiche dell’uomo arrivando a prestargli più di 4mila euro, poi insospettita dalle continue richieste di denaro, aveva deciso di non concedere altro “credito” all’uomo. A quel punto però, le richieste pietose si sono trasformate in pretese che diventavano sempre più pressanti e che infine venivano accompagnate anche da esplicite minacce. L’uomo, che abita da diversi anni a Pescara ma che è di origini siciliane, ha più volte minacciato la donna che, se non gli avesse dato ulteriori 2.000 euro, avrebbe ucciso lei e la sua famiglia. Per incuterle ancora più timore, l’uomo, nel corso delle telefonate, facendo esplicito riferimento alle proprie origini siciliane, faceva credere di essere un affiliato ad una potente associazione mafiosa che “aveva già ucciso magistrati” e che non si sarebbe fatta scrupoli ad uccidere lei e i suoi familiari.
Le minacce sono diventate così pressanti e credibili da indurre la donna a trasferirsi a casa di una sua parente per sottrarsi alle possibili violenze del suo persecutore. La donna però seppur seriamente spaventata da queste continue intimidazioni, ha trovato il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine e ha denunciato il persecutore ai finanzieri che si sono subito messi sulle sue tracce.
Le fiamme gialle hanno provveduto ad informare l’autorità giudiziaria, attivato il tracciamento del cellulare dell’uomo e raccolto tutte le prove utili a delineare un quadro probatorio a suo carico.
Da quì il provvedimento cautelare.