Erosione, gli ambientalisti contro la Regione: “Spende male i soldi per proteggere la costa”.

martinsicuro1Chieti. E’ ancora il problema dell’erosione della costa abruzzese uno degli argomenti più gettonati di questi ultimi tempi. Le recente mareggiate hanno ridotto ai minimi termini alcune spiagge. Secondo Legambiente Abruzzo, però, l’erosione sarebbe il risultato di una cattiva gestione della costa, “spesso volta a cercare la soluzione di singoli problemi con azioni atte a soddisfare interessi immediati ma che si sono dimostrati essere inefficaci e controproducenti in tempi più lunghi”.

E’ quanto sostiene Luzio Nelli, della segreteria regionale di Legambiente che ritiene che questo tipo di pratica di interventi sui sistemi costieri, privi di una visione complessiva che guardi alle cause dell’erosione (politiche speculative fondiarie, cementificazione dei fiumi) e privi dell’attuazione del piano integrato di gestione della costa, sarebbe deleteria e comporterebbe di fatto solo sperpero di denaro pubblico. Nelli sottolinea come vengano letteralmente gettati in mare milioni di euro, senza risolvere il problema, spesso vanificato dalla prima mareggiata. Precise accuse dunque aòll’indirizzo degli organi competenti regionali che dovrebbero elaborare a questo punto soluzioni alternative.

“Il denaro pubblico potrebbe essere meglio investito”, sostiene il responsabile dell’associazione ambientalista, “nella riqualificazione e valorizzazione di tutto il litorale. Quindi, non è questa la politica giusta per la protezione e ricostruzione delle spiagge erose dal mare. Basta ricordare gli interventi già fatti sui litorali di Casalbordino e Torino di Sangro nei precedenti anni, rivelatisi poi inutili se non addirittura dannosi”.martinsicuro2
Il problema dell’erosione interesse in modo particolare la costa teramana e quella teatina, nella zona di Vasto.

“Il sito selezionato a Vasto”, dichiara Fausta Nucciarone, il presidente del Circolo Legambiente di Vasto, “a ridosso della riserva naturale di Punta Aderci, evidenzia ulteriori potenziali problematiche legate alla distanza dalla spiaggia “attiva”, alla profondità e volume dei prelievi: ciò potrebbe comportare conseguenze negative per tutti gli operatori seri che hanno un interesse alla reale risoluzione del problema dell’arretramento delle spiagge, in visione anche di una valorizzazione dell’ambiente naturale”.

Lino Nazionale

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