Caos mascherine, il botta e risposta tra Arcuri e Bianchi

Lo scontro tra Domenico Arcuri, ex commissario straordinario per il Covid, e Dario Bianchi, amministratore di JC-Electronics Italia srl

Sono passati quattro anni dalla fine della pandemia e quasi un anno da quando è stata istituita la commissione bicamerale di inchiesta per la gestione dell’emergenza Covid. Dopo tutto questo tempo, per la prima volta ha parlato Domenico Arcuri, ovvero colui che era stato nominato come commissario straordinario per l’emergenza epidemiologica Covid.

Arcuri
Caos mascherine, il botta e risposta tra Arcuri e Bianchi in Commissione parlamentare (Ansa Foto) – Abruzzo.cityrumors.it

In audizione alla Camera, nell’audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid, ha svelato la propria posizione in merito alle dinamiche che hanno accompagnato le procedure per l’importazione dei dispositivi di protezione – le mascherine – provenienti dalla Cina. Il primo a prendere parole è stato, in realtà, Dario Bianchi.

Supportato dai documenti, il fondatore e amministratore di JC-Electronics Italia srl, ha ricostruito gli eventi che hanno portato alla rescissione del contratto della sua azienda con la Protezione Civile, alla cancellazione di un contratto per delle mascherine che erano già state consegnate: “Il 14 di agosto ci sequestrano le mascherine approvate dall’Inail, non soltanto approvate dall’Inail ma che erano già anche testate fisicamente”.

Svela bianchi in Commissione, che rende noto come Arcuri si sia invece rivolto a due aziende la Wenzhou e Luokhai, ottenendo mascherine con certificati che dimostravano la non conformità del prodotto: “La cosa più triste non è tanto la parte economica: la cosa più triste è che sapevano di consegnare materiali non salubri sin dal primo giorno”. 

La risposta di Arcuri a Bianchi

A tutto ciò è arrivata la risposta di Domenico Arcuri che, in Commissione parlamentare, ha specificato: “Io questa mattina ho ascoltato l’audizione di chi mi ha preceduto”, sottolinea l’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid, che poi aggiunge:

Domenico Arcuri
La risposta di Arcuri a Bianchi (Ansa Foto) – Abruzzo.cityrumors.it

Senza polemiche, ho audito una spy story infarcita da non documentate informazioni. Ho dato mandato ai miei legati di verificare se ci siano le condizioni per essere costretti a tutelare la mia persona e l’operato della struttura commissariale e quella stagione”. 

Arcuri spiega quali sono i prodotti che sono stati forniti dai produttori cinesi: “Hanno fornito 800 milioni di dispositivi, il 7,6% del totale acquistato dal commissario. Percentuale sideralmente lontana dal quasi monopolio del fornitore che anche di recente ha fatto credere il contrario, un’evidenza taciuta. Dal 20 marzo al 30 luglio 2020 la struttura commissariale sottoscrisse contratti con 40 aziende, 34 italiane, per 9 miliardi di mascherine”. 

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Ricordato ciò, in modo polemico e difensivo Arcuri ha aggiunto: “Tutto questo è una congiura contro JC-Electronics?”. Il tutto in seguito alla sottolineatura del motivo che lo ha visto estromettersi dal dibattito politico: “Non ho mai partecipato al dibattito pubblico che ha visto accenti e toni inusuali sul mio operato e su quella drammatica situazione del Paese. Per scelta comportamentale che ho sempre avuto nelle istituzioni dal lontano 2007“.

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