Ha fatto molto rumore la notizia del bimbo lasciato a digiuno in mensa poiché i genitori non avessero pagato il ticket del pasto: il piccolo ha rischiato grosso, ecco perché.
È di appena qualche giorno fa la scioccante notizia che nel giro di poco tempo ha inorridito e lasciato sgomenti milioni di italiani: in una mensa scolastica di Sulmona, un bambino è stato privato del proprio pasto perché risultava sul portale online in gestione del servizio un mancato pagamento di circa 9 euro, 8,97 per l’esattezza. Molti si sono scagliati contro chi offrisse il servizio mensa, sui social vi è stata una quasi rivolta a favore non solo del bambino, ma anche della famiglia.
A detta del padre, il servizio verifica i vari pagamenti e nel caso in cui vi siano discordanze o problematiche legate agli stessi, provvede in anticipo a comunicare tramite sms di coprire la somma dovuta, avviso mai pervenuto. Ciononostante la notizia ha fatto discutere dal punto di vista prettamente umano, anche perché sono molti i giornali che riportano addirittura di come il piccolo abbia mangiato ‘gli avanzi‘ recuperati dai piatti degli altri compagnetti, mangiando infine solo mezza porzione di gnocchi senza neppure un secondo.
Al di là della faccenda che sicuramente scuote, bisogna considerare l’età del bambino e i rischi che comporti il saltare anche solo un semplice pasto. E purtroppo non sono pochi, ecco perché.
Il caso del bimbo lasciato a digiuno a scuola e i rischi correlati: perché è pericoloso saltare il pasto
Se molti adulti sono soliti saltare il pranzo per via di qualsivoglia impegno lavorativo, sociale o altro, discorso a parte deve necessariamente esser fatto quando si parla dell’età dello sviluppo, specialmente in quella infantile. Come riportano molti giornali online e testate giornalistiche, il piccolo è stato lasciato a digiuno poiché sul portale Ristocloud, gestore della mensa, mancava il pagamento da parte della famiglia per accedere al servizio.
In merito si sono espresse diverse figure autoritarie, dagli influencers agli insegnanti, arrivando ai politici, in particolare la consigliera Teresa Nannarone, affermando di non conoscere le dinamiche familiari o i motivi per il mancato pagamento, ma di non trovare ragioni plausibili nel negare un pasto ad un bambino. E qui purtroppo parliamo di rischi veri e propri che ogni genitore, così come educatori e addetti al servizio scolastico dovrebbero sottovalutare.
Considerando la tenerissima età del bambino di Sulmona, ovvero solo di quattro anni, proprio in questa delicata fase dello sviluppo saltare un pasto può incidere notevolmente sulla memoria, sulla concentrazione e sullo sviluppo. Un apporto di fibre, carboidrati e proteine in un bimbo in età appena scolare è fondamentale affinché cresca bene e in modo sano. Non dimenticando tra l’altro l’aspetto psicologico che certamente influisce, quali senso di frustrazione, vergogna e sentimenti di ‘difetto‘, nel non mangiare con i propri compagni quando gli altri lo stiano invece facendo.
Se quindi da una parte è la colazione il pasto più importante per un bambino, lo è altrettanto il pranzo, specialmente se poi lo stesso andrà a svolgere attività extra scolastiche quali sport, hobby, uscite curricolari o attività ludiche varie, che in mancanza degli opportuni nutrienti potrebbero risentirne. Il sindaco della città è intervenuto in prima persona sulla questione, specificando che nell’anno passato più di 3000 famiglie non avessero pagato il servizio, chiedendo comunque scusa per l’accaduto. E certamente bisogna riflettere e agire per evitare che possano ripetersi circostanze simili, specialmente nel benessere dei più piccoli.