Nelle ultime ore si è parlato molto della presunta aggressione di un detenuto ad un agente. Ninu (Sappe) ai nostri microfoni spiega come sono andate realmente le cose.
Le carceri abruzzesi negli ultimi giorni sono al centro di diversi episodi di cronaca. Si è partiti con il ritrovamento dei cellulari e dei panetti di droga in quasi tutte le strutture penitenziarie. Ma non è finita qui. Nelle scorse ore si è parlato molto di una presunta aggressione nei confronti di un agente da parte di un detenuto.
Le prime informazioni arrivate parlavano addirittura di un tentativo di strangolamento durante i colloqui. Una versione non confermata ai nostri microfoni da Giuseppe Ninu. Il segretario regionale del Sappe ha confermato l’aggressione, ma parlato anche di una situazione di normale amministrazione e niente di particolarmente grave. Il tutto si è concluso in davvero poco tempo. Alla fine la prognosi per l’agente della polizia penitenziaria è di sette giorni.
Aggressione carcere Sulmona, la versione di Giuseppe Ninu
Nessun tentativo di strangolamento, ma semplicemente un momento di tensione che si è risolto in davvero poco tempo. A confermare questa ricostruzione è Giuseppe Ninu in esclusiva ai nostri microfoni. Il segretario regionale del Sappe ha sottolineato che si è “trattato di una normale amministrazione. Ho anche parlato con l’agente coinvolto in questa vicenda. Il detenuto doveva uscire dal reparto colloqui e ha fatto una mezza resistenza. Tutto è ritornato alla tranquillità in davvero poco tempo“.
Ninu ha anche aggiunto che “delle volte questi soggetti non rispettano le regole del colloquio. Vengono avvisati, fanno finta di non sentire. Allora devi entrare e sospendere il colloquio. Magari, anche per fare bella figura con i presenti, il detenuto si agita un po’, ma niente di particolarmente grave. Quanto successo a Sulmona è un episodio che accade molto spesso nelle carceri“.