A nulla sono valse le dichiarazioni del conducente a sua discolpa, se di colpa trattasi, il quale ha dichiarato: “se dovessi arrivare con i soli 10 minuti di anticipo – così come previsto dagli accordi – non riuscirei nemmeno a dare il cambio al collega, figuriamoci a fare tutte le operazioni preliminari previste prima di iniziare il servizio e recarsi al capolinea”.
Il dipendente, che ha all’attivo 35 anni di servizio nell’azienda, precisa: “voglio sottolineare che questa mia abitudine di arrivare in anticipo ha spesso risolto problemi di servizio, prestandomi a sostituire colleghi che la mattina non si erano svegliati in tempo, il che dimostra anche la mia disponibilità nei confronti dell’Azienda e della regolarità del servizio”.
Il dipendente proprio non ci sta, e sentendosi leso nella sua dignità, immagine e professionalità, decide di affidare mandato al suo legale per l’impugnazione del richiamo dinnanzi al Giudice. “E’ soprattutto una questione di principio – spiega – considerando che ho sempre svolto il mio lavoro con serietà e passione, quindi le ragioni di un tale provvedimento mi sembrano incomprensibili”. Incomprensibili soprattutto se pensiamo a quante lettere di richiamo ogni anno vengono inviate dalle aziende italiane ad alcuni lavoratori non proprio puntualissimi, cui ora se ne aggiunge una arrivata per eccesso di zelo. Il mondo del lavoro cambia, a volte in maniera inspiegabile.