Tollo. 320sacchi da 1500 kg l’uno aspettano da anni di compiere il tragitto finale, una operazione, che i cittadini costretti ad una convivenza a dir poco inquietante, aspettano senza più speranze, e dove le promesse non servono nemmeno più ad alleviare quella sorda paura che ti assale quando sai che il tuo vicino di casa potrebbe toglierti anche la vita con armi che si chiamano tumori, leucemie, malformazioni.
Oltre 500 tonnellate di veleni residuati da lavorazioni industriali composti ad alto contenuto di piombo, arsenico, alluminio e fanghi di fogna provenienti da industrie del nord-est, ma anche abruzzesi e marchigiane, restano ancora in balia di agenti atmosferici in attesa di essere conferiti in apposita discarica. Una parte di questo micidiale carico è malamente ricoperta, un altra invece nel 2007, interrata in un area con barriera impermeabile e muretto in calcestruzzo e rete metallica, nella operazione di bonifica parziale.
“Il ripristino ambientale dell’area e l’allocazione del materiale tossico, non possono essere lasciati sulle spalle di un piccolo comune come Tollo, che non può nemmeno accedere ad un mutuo per reperire la somma occorrente di 500mila euro al fine di mettere in sicurezza l’area – spiega il sindaco Angelo Radica – per mettere in sicurezza almeno i sacchi non incapsulati, quelli che oggi rappresentano il maggior pericolo, basterebbe che la regione anticipasse 200mila euro, come più volte richiesto senza ottenere risposta, al restante 30% pensiamo noi, prosegue il sindaco, attraverso una programmazione che possa attingere alle casse del comune, poiché per noi quella discarica è priorità assoluta!. Abbiamo anche consegnato il progetto preliminare alla regione, e messo in atto un azione di monitoraggio degli acquiferi per tenere sotto controllo costante la situazione, ma non basta, l’inquietudine lo sconforto dei residenti dell’area che da ben 13 anni subiscono una situazione a dir poco incivile, è fatto intollerabile per codesta amministrazione”.
“Il torrente Venna – prosegue Fabrizia Arduini – si riversa nel fiume Foro, pensare che un problema sia solo di un comune dimenticando come gli ecosistemi interagiscono tra loro, è nel 2013 inammissibile: Tollo, Ortona, Miglianico, Ripa Teatina, sono i comuni che a vario titolo e grado sono di fatto interessati, e nonostante ci sia un correttivo del codice ambientale -Dl.128/06-, il Decreto Legislativo n.4 del 2008, sulla temporaneità di detti depositi, o sulla titolarità della regione per la bonifica dei siti contaminati che non siano di competenza statale, si continua a perdere tempo, e magari a spendere soldi per opere inutili. Questo è l’ultimo appello, e lo facciamo con il filo di speranza rimastoci, in pieno spirito di leale collaborazione, perchè sopra di tutto c’è la tranquillità delle donne uomini e bambini di quelle terre ma non solo. Ma se prima della fine di questa estate non ci saranno azioni concrete e tangibili da parte dell’attuale amministrazione regionale, non ci sarà minuto, secondo, attimo a nostra disposizione, per denunciare questa insostenibile situazione, richiedendo anche la collaborazione dei comuni limitrofi, di tutti i cittadini, dei rappresentanti di associazioni di categoria, culturali e ambientali e degli operatori economici”.