Chieti. La Cgil Funzione Pubblica di Chieti interviene sulla decisione del Consiglio Comunale di San Giovanni Teatino di vendere la Farmacia Comunale.
Gli elementi dati nel corso dell’incontro dello scorso7 novembre con esponenti dell’amministrazione, convocato per altro solo dietro richiesta delle organizzazioni sindacali e comunque successivo alla adozione di tale deliberazione, non risolve i numerosi dubbi e perplessità circa tale vicenda.
“La sensazione – spiegano i rapresentanti dell’organizzazione sindacale – è che la decisione di vendere non corrisponda ad una scelta obbligata da ragioni tecnico- finanziarie ma sia semplicemente una scelta politica. Fatto certo è che questa operazione sicuramente determinerà la chiusura di un presidio che è punto di riferimento fondamentale per la cittadinanza vista l’erogazione di numerose prestazioni ed utilità. Sembra inoltre ancora più strano che dell’ emergenza finanziaria per le casse comunali l’amministrazione si accorga solo a questa data mentre invece avrebbe potuto intervenire prima evitando ad esempio di procedere ad acquisire altri beni per i quali sembra siano state impegnate notevoli risorse. Si sottolinea inoltre per quanto attiene il destino del personale, per il quale l’amministrazione si dichiara ‘attenta’, appare quanto meno tardivo tale interessamento che viene per altro esplicitato con l’invitare i dipendenti a produrre domanda di mobilità verso altri Enti. Ricordiamo nel merito che qualora una amministrazione intenda cedere propri beni e servizi nei quali sia impiegato personale dipendente ha l’obbligo di avviare preventivamente le procedure previste dalle leggi e dai contratti. Nel corso di tale iter si esplicitano le condizioni, puntuali e dettagliate, che hanno determinato tali scelte. Nel caso in argomento tale fondamentale passaggio non è avvenuto ed ancora oggi non ci sono stati forniti gli elementi tecnici che hanno implicato tale decisione. Questa Organizzazione rappresenterà tale posizione nel corso dell’incontro già convocato per lunedì prossimo in Comune esprimendo quindi pieno dissenso con le decisioni assunte”.