Chieti. È stata consegnata questa mattina al sindaco Umberto Di Primio la lettera dei lavoratori di Villa Pini e del Centro San Stefar, che hanno presentato ufficialmente il Comitato Spontaneo appena costituito. Il primo cittadino, che in più occasioni si è dimostrato sensibile alle vicende dei lavoratori travolti dal fallimento della Casa di cura, si è infatti recato personalmente a Villa Pini dove ha incontrato una delegazione del Comitato dei Lavoratori per ascoltare le loro ragioni.
Se nell’udienza del prossimo 13 aprile il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del Tar dell’Aquila, che annullava l’accreditamento di Villa Pini sulla base del mancato versamento di stipendi e contributi durante la gestione Angelini, i lavoratori di questa struttura, spiega il comitato, saranno sconfitti per una seconda volta. Quella normativa che avrebbe dovuto difenderli rischia paradossalmente di ritorcersi contro di loro, che pagheranno con il posto di lavoro il disaccreditamento di Villa Pini, perdendo di fatto ogni possibilità di percepire alcun reddito passato e futuro.
Di seguito la lettera dei lavoratori:
“Egregio Signor Sindaco,
A scriverLe queste righe sono i 978 lavoratori di Villa Pini e SanStefAR che, alla stregua degli altri dipendenti delle aziende fallite dell’ex ‘Gruppo Angelini’, attendono con preoccupazione l’esito dell’appello al Consiglio di Stato da cui dipende il loro posto di lavoro e il futuro delle loro famiglie.
Come cittadino e come Sindaco di Chieti Lei conosce bene la vicenda che da più di 4 anni ha travolto i lavoratori dell’ex gruppo Angelini: dal dissesto finanziario del gruppo, alle incursioni della Commissione Marino, passando per lo scandalo Sanitopoli, arrivando poi al Fallimento e alla vendita all’asta delle aziende. Certo Le saranno note le gravi ripercussioni morali ed economiche che gravano su di noi e sulle nostre famiglie: le mancate retribuzioni, la perdita di centinaia di posti di lavoro, la cassa integrazione e la costante incertezza lavorativa. Con l’avvento della nuova gestione della casa di cura Villa Pini e dei Centri SanStefAR è iniziata per noi lavoratori una nuova fase di speranza e di riscatto. Negli ultimi 2 anni abbiamo infatti concentrato tutte le nostre risorse professionali e umane nella riorganizzazione e nell’ammodernamento delle strutture ospedaliere e ambulatoriali. Abbiamo così restituito a Villa Pini, con le nostre competenze e con la forza dell’organizzazione del Policlinico Abano Terme, il rispetto e la fiducia dei pazienti e della comunità medico-scientifica.
Certo comprenderà con quale sconforto abbiamo appreso la Sentenza del TAR dell’Aquila, che con un tratto di penna vorrebbe vanificare i nostri sforzi – gli investimenti fatti, le innovazioni importate nel sistema sanitario regionale – ed eliminare dalla rete dell’offerta abruzzese competenze e strutture di tale portata.
A Lei, avvocato e Rappresentante dello Stato, chiediamo di spiegarci come sia possibile per il TAR de L’Aquila ritenere gli interessi economici di alcuni imprenditori più meritevoli di difesa di quanto non lo sia il diritto al lavoro e alla dignità di mille lavoratori e delle loro famiglie.
Forse Lei può aiutarci a comprendere come la stessa norma (art. 7 bis L.r. 32/2007) che il Consiglio Regionale aveva introdotto con la finalità di difendere i salari e i contributi di noi lavoratori, oggi possa essere usata dal TAR per annientare di fatto la nostra possibilità di percepire alcun reddito passato e futuro.
Noi lavoratori rischiamo di pagare due volte il caro prezzo di questo paradosso, e purtroppo con noi pagherebbe anche il territorio abruzzese, a favore del quale Villa Pini e San StefAR oggi erogano più di 4,000 ricoveri ospedalieri, 150.000 prestazioni ambulatoriali e 250.000 trattamenti riabilitativi domiciliari e ambulatoriali. Uniti in un Comitato spontaneo di lavoratori, chiediamo alle Istituzioni e alla politica di non lasciarci soli nel denunciare questo paradosso e di confermare con un atto politico il nostro diritto a lavorare e a esistere, prima che un altro giudice amministrativo possa involontariamente danneggiare il già delicato panorama dell’assistenza sanitaria abruzzese”.
Il commento del sindaco Umberto Di Primio. “Nella maniera in cui mi sono recato nele aziende in crisi del nostro territorio che denunciano possibili esuberi del personale, così, oggi, ho voluto esser presente a Villa Pini perché è arrivato il momento in cui le Istituzioni devono andare incontro alle esigenze dei lavoratori. Una struttura come questa, che ha fatto ben 150.000 prestazioni sanitarie e ha effettuato in questo periodo 4000 ricoveri, è una struttura che non può essere sottratta alla domanda di sanità che viene dal territorio. Inoltre, abbiamo bisogno di tutelare i posti di lavoro anche affermando che una norma, l’art 7 bis della legge 32 del 2007, creato per tutelare gli interessi dei lavoratori, oggi può diventare uno strumento utilizzato ai danni degli stessi. Non so cosa deciderà il Consiglio di Stato, ma ciò che posso assicurare, quando e ove ci fosse un pronunciamento di questo Organo che confermi la sentenza del Tar di L’Aquila, è una forte pressione su quelle Istituzioni e su quegli Enti che dovranno decidere sugli accreditamenti, che vuol dire conservare i 900 posti di lavoro e garantire le prestazioni sanitarie ed assistenziali di cui il nostro territorio non può fare a meno. La Regione dovrà assumere decisioni importanti, nell’alveo della legalità, che diano risposta alla richiesta dei lavoratori e di chi oggi utilizza la struttura della Clinica Villa Pini. La mia presenza sarà sempre assicurata ai lavoratori e sulla scorta della lettera che essi mi hanno consegnato scriverò al Governatore Chiodi, che so essere molto sensibile alla problematica che riguarda la Clinica Villa Pini, e gli chiederò che non si faccia su questa vicenda dietrologia. La Magistratura decida quali sono stati i vizi che hanno mandato in corto circuito il sistema sanitario privato e la politica ma la politica si riappropri del proprio ruolo e faccia programmazione in modo che al territorio non manchino ancora posti di lavoro, ma soprattutto l’assistenza a quanti decidono di rivolgersi alla Sanità privata che spesso oggi sostituisce quella pubblica”.