Ortona. Sono entrate in funzione oggi nell’Ospedale “Gaetano Bernaeo” di Ortona le quattro nuove sale operatorie realizzate dall’Azienda sanitaria locale Lanciano Vasto Chieti. Nei primi giorni è stata programmata un’attività in due sale. Già da giovedì prossimo sarà ampliato il numero degli interventi, utilizzando una terza sala. Dalla prossima settimana, se tutto procederà secondo le previsioni, l’attività operatoria andrà a regime.
Nella prima giornata una sala ha ospitato le attività svolte dal Centro di procreazione medicalmente assistita diretto dal professor Gian Mario Tiboni; nell’altra sono stati eseguiti in mattinata interventi di Ostetricia e ginecologia e di Ortopedia mentre nel pomeriggio ne sono programmati altri dall’Otorinolaringoiatria. Il nuovo blocco operatorio si estende su un’area di 800 metri quadrati e comprende anche ambulatori e servizi. Per la ristrutturazione sono stato investiti un milione e 380 mila euro.
“Si tratta del primo passo – spiega il direttore generale della Asl, Francesco Zavattaro – per dare attuazione ai programmi di sviluppo dell’Ospedale di Ortona, come abbiamo previsto nel piano strategico e nell’atto aziendale. Vogliamo che tutte le strutture ospedaliere della provincia si integrino in un’unica rete. Quella di oggi è una data importante che avvia il concreto rilancio del “Bernabeo”, attribuendogli la vocazione di “ospedale della donna”, ovvero in grado di offrire una risposta integrata ai problemi di salute femminile”.
L’apertura delle nuove sale operatorie giunge al termine di un lungo e complesso intervento di ristrutturazione del blocco operatorio, cominciato da diversi anni tra numerosi intoppi legati soprattutto alle pastoie amministrative ereditate dal passato e che l’attuale Direzione generale è riuscita a risolvere nel più breve tempo possibile. Persino dopo la consegna dei lavori, avvenuta lo scorso giugno, nel corso dei collaudi finali sono state scoperte alcune importanti non conformità per le quali la Asl ha dovuto disporre la messa a norma in danno della ditta appaltatrice: l’Azienda sanitaria ha così completato l’opera, salvo rivalersi sulla stessa ditta delle spese aggiuntive sostenute.