Lanciano. “Il cimitero di Lanciano da sempre è stato gestito direttamente dal Comune, ha sempre funzionato correttamente, ha sempre garantito tutti i servizi previsti per legge, per decenni ha mantenuto tariffe congrue, non è mai stato utilizzato come bancomat dalle amministrazioni precedenti”.
Così in una nota Paolo Rullo, segretario Anifa, responsabile settore funebre Casartigiani, che aggiunge: “Un segreto di questa gestione era la complessa e sistematica collaborazione con le imprese funebri locali. Nel marzo 2015 però la nuova amministrazione decide di affidare la gestione del Cimitero ad una società municipalizzata la Anxanum Multiservizi Intercomunali spa. All’origine della decisione non vi sono problematiche relative alla gestione del cimitero ma l’esigenza di aggirare il patto di stabilità e trovare i fondi necessari per terminare la parte nuova del cimitero, un progetto inutilmente monumentale che ha creato non pochi problemi finanziari. Inizialmente non vi sono stati sostanziali cambiamenti nella gestione, con il passare dei mesi però la municipalizzata ha incominciato a voler espletare autonomamente alcuni servizi senza la collaborazione delle imprese locali, ovviamente ciò ha comportato nuovi esborsi per le famiglie dolenti. Per il quieto vivere le imprese locali hanno lasciato fare, hanno fatto finta di non vedere e di non sentire. Il 6 febbraio 2017 con la delibera n. 26 tutto è cambiato, il Comune di Lanciano su istanza della municipalizzata approva un nuovo tariffario a dir poco scandaloso. Le tariffe cimiteriali aumentano dal 300 al 400%, la cosa più deprecabile è che il tariffario è strutturato in modo da confondere il cittadino, non fargli capire esattamente quanto costi un servizio, i servizi vengono spezzettati in tanti adempimenti la cui somma totale determina il reale salasso. Persino l’Assessore Giacinto Verna ha impiegato più di un’ora a capire come calcolare il costo del servizio di tumulazione. La municipalizzata è determinata nel rivendicare il proprio monopolio sui servizi cimiteriali, ovvero il cittadino lancianese non può più rivolgersi liberamente alle attività artigiane locali non può più contrattare il prezzo. A titolo di esempio riportiamo il caso di scuola del posizionamento del feretro nel loculo. E’ la naturale conclusione del servizio funebre, gli operatori funebri (da 5 a 7 unità) alla fine della cerimonia religiosa accompagnano la famiglia al cimitero e cosi come hanno fatto tutta la giornata si assumono l’onere di trasportare il feretro nell’ultima destinazione, ovviamente tale operazione rientra nel complessivo servizio funebre e alla famiglia non è imputato alcun corrispettivo aggiuntivo. Invece oggi al Cimitero di Lanciano quando la famiglia arriva all’entrata deve licenziare il personale dell’impresa funebre (ripetiamo dai 5 alle 7 unità) e per il solo fatto di entrare nella area cimiteriale monopolizzata deve sborsare €100,00 + iva”.
“L’Art. 41 della Costituzione italiana – conclude la nota – la normativa europea e la normativa italiana tutelano la libera iniziativa economica e la libera concorrenza, i servizi cimiteriali entrano a pieno titolo tra le attività commerciali soggette al regime libero concorrenziale. La tutela dell’interesse generale impone la repressione di fenomeni distorsivi della libera concorrenza, è compito dell’amministrazione pubblica intervenire a tutela dei cittadini e non a tutela dei monopolisti, trasformare una pratica secolare pregna di tradizioni e cultura in un bancomat sulla pelle dei cittadini dolenti è un atto deprecabile. Il combinato disposto dell’aumento non congruo delle tariffe cimiteriali con la gestione in monopolio di attività economiche soggette al regime di libera concorrenza pone inquietanti interrogativi. Se al più presto il Comune di Lanciano non fornirà chiarimenti sul suo operato, il sottoscritto in qualità di responsabile tecnico dell’associazione ANIFA si farà carico di presentare presso la Procura della Repubblica di Lanciano formale richiesta di valutazione di aspetti a nostro giudizio poco chiari, poco trasparenti capaci di ledere diritti fondamentali della cittadinanza lancianese”.