Lanciano. Un dipendente della Procura della Repubblica di Lanciano, Mario Di Campli, 50enne del posto, è stato arrestato questa mattina per favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio.
L’uomo, che nella Procura svolgeva fino a ieri la mansione di autista e addetto al dibattimento, avrebbe rilevato informazioni coperte da segreto in relazione alle indagini che la stessa Procura stava svolgendo su Felice Di Fazio, arrestato il 28 novembre scorso con l’accusa di usura e associazione per delinquere finalizzata alla truffa.
Il gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari su richiesta del procuratore capo di Lanciano, Francesco Menditto.
L’ordinanza è stata eseguita questa mattina dagli agenti della Polizia in servizio nella Procura. Il dipendente, trovandosi nella condizione di dover restituire a Di Fazio una somma “rilevante” a tassi elevati, gli avrebbe ‘passato’ telefonicamente informazioni sulle indagini.
“Si tratta di informazioni che non hanno prodotto nessun danno” ha sottolineato Menditto “perchè abbiamo seguito passo passo le mosse del dipendente infedele, che da questa mattina è stato sospeso dal lavoro. Dispiace sempre annunciare l’esecuzione di una misura cautelare, ma c’è grande soddisfazione per la tempestivitè con la quale questa Procura è intervenuta. La legge è uguale per tutti”.
La Procura ha poi annunciato di aver proceduto a un sequestro patrimoniale dei beni riconducibili a Felice Di Fazio per circa un milione di euro: sono state sequestrati tre appartamenti nel comune di Santa Maria Imbaro, due magazzini, quattro terreni e sette auto, tra cui una Mercedes. Tutti i beni erano, secondo la Procura, nella disponibilità di Di Fazio, intestati a familiari o a prestanome.