Le indagini, condotte dal sostituto procuratore Rosaria Vecchi in collaborazione con la compagnia dei carabinieri di Lanciano, diretta dal capitano Massimo Capobianco, sono durate due mesi per quanto riguarda la violenza sessuale, i cui fatti risalgono a 6-7 mesi fa, mentre proseguono nei confronti di un non meglio precisato numero di indagati per il reato di detenzione di materiale pedopornografico.
“Le indagini sono state particolarmente difficoltose, oltre ad essere partite in ritardo, a causa della ‘superficialità” degli operatori scolastici in contatto quotidiano con la bimba, i quali hanno allertato la Procura con ritardo – ha detto il sostituto Vecchi”. Per i disguidi di comunicazione tra le maestre della scuola frequentata dalla bimba – ha rilevato il magistrato – siamo stati informati in ritardo di questo grave reato, mentre il dovere morale e di giustizia richiede di agire subito e nelle sedi competenti.
Si tratta di un errore in buona fede, ma la condizione necessaria per la rinascita psicologica della bimba, gia’ confusa dal mancato aiuto della madre – ha sottolineato la Vecchi – e’ la certezza della punizione del colpevole”.
A tal proposito il procuratore Menditto ha annunciato la stesura di un protocollo che verra’ inviato nelle scuole circa la prassi da seguire in casi simili e la creazione di una specializzazione in Procura su reati che riguardano violenze e abusi su minori. “Sono state acquisite anche le dichiarazioni della bimba, opportunamente assistita, in sede di incidente probatorio – ha aggiunto Menditto – cosi’ da non doverla piu’ coinvolgere direttamente nel procedimento”. L’arresto della madre della bimba risale a un mese fa, mentre l’uomo e’ stato arrestato questa mattina. Entrambi si trovano in carcere.