Sulla base delle scelte organizzative operate attraverso il Piano in questione, infatti, emergerebbe, secondo l’associazione, un quadro di profondo squilibrio territoriale nella definizione dei livelli di assistenza, in particolare nei territori della ex Asl di Lanciano-Vasto, che sono i più popolosi e complessi da un punto di vista epidemiologico, orografico e dei collegamenti e dove i presidi ospedalieri sono stati prevalentemente relegati alla gestione di attività assistenziali di bassa complessità.
In particolare, l’assemblea ha evidenziato come il Piano Operativo 2010 non avrebbe definitivamente risolto il problema della razionalizzazione delle alte specialità e del ruolo delle Università nell’ambito delle aree più decentrate e, inoltre, come non sarebbe stata in concreto effettuata una chiara scelta in merito alla individuazione ed organizzazione degli ospedali a media intensità delle cure, a tutto discapito dei territori del sud dell’Abruzzo. Non risulterebbe infine sufficientemente chiarito il ruolo quali/quantitativo della sanità privata nel contesto della riorganizzazione delle reti di ricovero per acuti e per la riabilitazione.
Per questo l’ANAAO chiede un confronto con il presidente della Regione Abruzzo e commissario ad acta per la sanità, Gianni Chiodi e con il sub commissario per la sanità, Giovanna Baraldi. L’obiettivo è quello di ottenere integrazioni al Piano Operativo 2010 orientate al miglioramento della qualità nell’offerta sanitaria della provincia di Chieti, soprattutto attraverso il potenziamento dei presidi ospedalieri per acuti, distribuendo i circa 1200 posti letto della provincia e utilizzando al meglio gli ospedali riconvertiti, facendo una volta per tutte chiarezza sulla reale disponibilità dei finanziamenti per l’adeguamento strutturale dei presidi ospedalieri nella ASL Lanciano-Vasto-Chieti .
“L’impegno del sindacato dei medici ospedalieri nel condividere responsabilmente scelte di politica sanitaria difficili e dolorose – afferma il segretario regionale dell’Anaao-Assomed, Filippo Gianfelice -, deve dunque trovare corrispondenza nell’accettare critiche e proposte il cui fine è quello di salvaguardare un sistema sanitario pubblico valido, efficiente e sicuro per l’utenza e gli operatori”.