Tollo. Quattro persone sono state denunciate per rispondere della presenza di rifiuti al di fuori dell’area Messa in Sicurezza Permanente (Mispe) in contrada Venna di Tollo dell’ex fornace Gagliardi, delle motivazioni per cui si sono rilevati valori anomali di sostanze inquinanti nelle falde e nelle acque di scarico, e delle conseguenze sulla salubrità ambientale derivanti da tali condotte illecite.
A renderlo noto è il Corpo Forestale dello Stato di Ortona che sta conducendo le indagini sul sito sin dal 2014.
Per affrontare l’inquinamento nell’immediato è stato bloccato lo scarico diretto delle acque reflue nel Torrente Venna (che poi confluisce nel Foro), grazie al posizionamento di vasche a tenuta, sono stati rimossi tutti i big bags contenuti nel capannone, sono state interessate e coinvolte tutte le autorità e gli enti preposti alle procedure di messa in sicurezza dell’area.
Il sindaco di Tollo ha predisposto un’ordinanza atta a vietare gli attingimenti nel torrente Venna.
Oltre a quanto ammassato all’interno di due capannoni dentro dei big-bags, oggi rimossi a seguito di provvedimenti per il risanamento dell’area adottati dalla Regione Abruzzo, è emersa dalle analisi effettuate la presenza di sostanze inquinanti nella falda, provenienti dai rifiuti tombati sottoterra dentro e fuori l’area Mispe.
Le indagini hanno evidenziato che i rifiuti sotterrati ‘in sicurezza’ avrebbero in realtà contaminato la falda, contaminazione aumentata da altri rifiuti trovati dove non era previsto che fossero. Ne è conseguito, nel mese di luglio scorso, il sequestro, tuttora in atto, dell’intera area e del sistema di convogliamento delle acque reflue nel torrente Venna.
Il monitoraggio delle acque sotterranee, tramite piezometri, ha confermato la presenza di matrici inquinanti: manganese, nichel, ferro, cromo totale, boro, nitriti, solfati e floruri sono risultati presenti con valori al di sopra dei parametri di legge. Inoltre, nelle acque meteoriche, quindi di ruscellamento, è stata confermata la presenza di sostanze (solfati e cloruri) riconducibili ad alcune tipologie di rifiuti interrati.
A questo si è infine aggiunta la scoperta, nel corso di ulteriori accertamenti, di rifiuti speciali interrati al di fuori dell’area cinturata, ovvero in un’area che durante i lavori di messa in sicurezza, finanziati dalla Regione Abruzzo nell’anno 2009, era stata infondatamente dichiarata incontaminata.
Questi rifiuti, a pochi metri dal torrente Venna, portati alla luce per ora in piccola parte con l’ausilio di un escavatore, sono risultati della stessa tipologia di quelli contenuti nei big bags e di quelli sotterrati nell’area messa in sicurezza, ovvero scarti di concerie e rifiuti di processi industriali con concentrazioni consistenti di metalli e di altre sostanze riconducibili alle scorie di fusione.