”Il parere – scrive nel suo blog D’Orsogna – concede il via libera ad acquisire dati petroliferi tramite riflessione sismica e potenzialmente alla perforazione di pozzi. La Petroceltic è dunque autorizzata a compiere riflessioni sismiche nel mare, con micro-esplosioni spesso dannosi a cetacei e delfini, per acquisire dati sulla presenza di petrolio nel sottosuolo. In caso positivo, la ditta potrebbe realizzare un pozzo esplorativo, simile ad Ombrina Mare, trivellato nel 2008. In tutti i documenti resi pubblici dal Ministero, non compare alcuna azione attiva da parte della Regione Abruzzo nel rappresentare la contrarietà dei suoi cittadini. Compaiono invece quelli della provincia di Chieti, di Assoturismo, della Confcommercio e di una moltitudine di associazioni e di cittadini privati. Siamo fortemente preoccupati di questo ennesimo attacco alla nostra costa, perché non è chiaro se i pozzi esplorativi saranno sottoposti a nuova valutazione di impatto ambientale – come impone il Ministero dell’Ambiente – oppure se ne saranno esenti, come invece indica la commissione VIA e il Ministero dei Beni Culturali. La concessione – denominata d505 – si trova a 40 chilometri dalla costa e a soli 26 chilometri dalle Isole Tremiti. In giacenza presso il ministero ce ne sono altre, su aree più vicine alla riva. Temiamo che il permesso d505 sia solo il primo di una lunga serie e che autorizzarlo innescherà una catena di altri permessi ed autorizzazioni, in mare ed in terraferma. In altri paesi, come ad esempio lungo le coste est ed ovest degli Stati Uniti, vige il divieto assoluto di trivellazione a 160 chilometri da riva, per precauzione. Ci auspichiamo che l’approvazione di prospezioni sismiche, con possibilità di pozzo esplorativo siano un ulteriore campanello di allarme per tutte le autorità locali. Soprattutto ci auspichiamo che il governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, finora troppo timido sulla questione idrocarburi, sia più attivo e tenace nella richiesta della VIA per il permesso esplorativo e che in futuro possa manifestare la sua contrarietà con coraggio, in maniera ufficiale – e non a parole – presso i Ministeri romani. Infine, il Ministero dell’Ambiente ha reso nota l’approvazione del permesso petrolifero sul suo sito web in data 29 Marzo 2011. In Abruzzo fino ad oggi 5 aprile 2011, nessuno se n’è accorto, sebbene esistano moltitudini di assessori e consiglieri all’ambiente, al turismo e anche addetti agli affari petroliferi. Duole sottolineare, ancora una volta, che ad accorgersi di queste notizie e a sollevare osservazioni, debbano essere cittadini di buona volontà e non le autorità pagate apposta per rappresentarci e proteggerci”.
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