Atessa. E’ del 70 per cento, secondo fonti sindacali, l’adesione allo sciopero odierno di 8 ore allo stabilimento Sevel di Atessa (gruppo Fiat). Lo sciopero è stato proclamato dalla Fiom contro la decisione aziendale di ricorrere a quattro sabati straordinari di produzione. Ieri Confindustria Chieti in una lettera alla Fiom, ”anche in nome e per conto della Sevel”, minacciava la richiesta di danni. La Fiom aveva replicato: ”Il il diritto di sciopero è riconosciuto dalla Costituzione”.
Continua lo scontro duro fra la Fiat e la Cgil negli stabilimenti Sevel in Val di Sangro dopo Pomigliano e Melfi. A luglio l’azienda aveva deciso il licenziamento di tre dipendenti accusati di aver interrotto la produzione nello stabilimento di Melfi per irrobustire una manifestazione interna indetta dal sindacato. I tre erano stati poi reintegrati dal magistrato e si è in attesa dell’appello presentato dal gruppo automobilistico.
Il commento dei consiglieri regionali Maurizio Acerbo (Prc) e Antonio Saia (Pdci). “La riuscita dello sciopero indetto dalla Fiom alla Sevel di Atessa è la migliore risposta alle intimidazioni della Fiat. Le minacce da parte del direttore della Confindustria di Chieti costituiscono un ennesimo episodio dell’escalation antisindacale in atto. E’ di una gravità inaudita che si minacci un inedito risarcimento dei danni nel giorno che precede uno sciopero. Come era facilmente prevedibile il ricatto di Pomigliano è stato l’anticipazione di un offensiva generalizzata contro i diritti dei lavoratori. Non viviamo più in una democrazia se si mette in discussione il diritto di sciopero. Per questo non bisogna lasciare soli i lavoratori della Sevel e la Fiom. Colpisce il lapsus involontario del presidente della Confindustria di Chieti Primavera che definisce lo sciopero di oggi uno sciopero “anteguerra”. Forse Primavera non sa che nell’anteguerra, o meglio prima della Liberazione e della Costituzione, i lavoratori italiani erano privati dal regime fascista del diritto di sciopero e della possibilità di libera organizzazione sindacale. Quindi se c’è qualcuno che vuol farci tornare alla situazione anteguerra è evidente che si tratta della Confindustria. Consigliamo al presidente della Confindustria di Chieti di leggere qualche libro di storia così scoprirà che furono proprio gli scioperi del ’43 negli stabilimenti della Fiat a segnare l’inizio della Resistenza al nazifascismo. Ieri come oggi il grado di democrazia di una paese si misura innanzitutto nei luoghi di lavoro. Va sottolineato il fatto positivo che i lavoratori che hanno scioperato oggi lo hanno fatto anche in difesa dei 1.500 precari che la Fiat ha mandato a casa, mentre aumenta straordinari e richiede di lavorare anche il sabato. E’scandaloso che mentre si aumenta la produzione grazie agli straordinari non si provveda a riassorbire i precari mandati a casa. Esprimiamo la nostra più totale solidarietà ai lavoratori metalmeccanici e il massimo sostegno alla battaglia della Fiom. Auspichiamo la massima mobilitazione in vista della manifestazione nazionale indetta dalla Fiom per il prossimo 16 ottobre a Roma”.