Gli indagati, tutti di origine campana tra i 30 e i 60 anni, sono stati individuati grazie ad alcuni strumenti audio e video. Una volta individuati i malcapitati, i complici di avvicinavano al banco grazie a particolari segnali. Fingendosi giocatori vincevano grosse somme di denaro. Come nella più classica delle situazioni, le vittime, attratte dalle vincite, venivano invogliati a puntare. All’inizio conseguivano delle vincite, puntando così sempre maggiori somme di denaro fino a perdere di nuovo.
Per i truffatori è stata richiesta l’emissione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere, che però il tribunale di Chieti ha rigettato.
Dopo il ricorso, la Corte d’Appello ha concesso le misure coercitive personali adottate nei confronti di 8 dei responsabili con l’obbligo di dimora.