Chieti. Il Parco Nazionale della Costa Teatina è in dirittura d’arrivo: domani a Roma è in programma una riunione tecnica preliminare all’imminente passaggio in Conferenza Stato-Regioni, ultima tappa prima della firma del Decreto da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nell’incontro di domani l’Abruzzo sarà rappresentato dal Presidente Luciano D’Alfonso. Ed è a lui che WWF, Legambiente, ARCI, FAI, Marevivo, Italia Nostra, Pro Natura, LIPU e Costituente per il Parco si rivolgono affinché porti avanti senza tentennamenti la procedura pressoché conclusa del Parco Nazionale. Ogni altra ipotesi in questa fase rappresenta un favore a coloro che, con costanza e determinazione, stanno portando avanti da anni la loro battaglia contro il Parco. E sarebbe un incredibile risultato negativo, anche sul piano politico, se il centrosinistra, che ha vinto le elezioni anche promettendo il Parco, si lasciasse imporre la linea da chi le elezioni le ha perse. Di contro sarebbe un risultato grandioso per il centrodestra riuscire a cancellare il Parco Nazionale della Costa Teatina dai banchi dell’opposizione dopo averci provato senza successo durante gli anni del proprio governo.
Il nuovo Parco è una scelta di innovazione per un territorio da troppi anni in crisi che sicuramente non sarà rilanciato né da ulteriori cementificazioni né da altri pozzi petroliferi. Non si può continuare a guardare al passato e sperare di uscire dall’attuale stallo economico con gli stessi strumenti che sono alla base della crisi. Il Parco Nazionale può rappresentare la svolta: basta vedere, tra gli altri, i dati positivi di Unioncamere sulla ricchezza prodotta dalle aree naturali protette e i dati ANCE sulla riqualificazione urbana e l’efficienza energetica.
Il Parco, se non fosse stato volutamente rallentato, avrebbe anche rappresentato un eccezionale deterrente contro Ombrina Mare, come risulta chiaramente dalla lettura delle motivazioni del parere favorevole del Comitato VIA nazionale. Oggi questa funzione è a rischio e la colpa è proprio di coloro che hanno tenuto il freno premuto: a questi rischiano di aggiungersi quanti, ingenuamente o di proposito, offrono alla politica nuove motivazioni per rallentare un iter ormai prossimo al traguardo.
In questi giorni abbiamo ascoltato tante prese di posizione: la tutela di interessi diretti, come la vecchia Confindustria che difende a spada tratta le rendite dell’economia del ‘900 fatte di petrolio e cemento mentre le più grandi economie mondiali investono in rinnovabili e green economy; le divisioni all’interno di associazioni di categoria, specie le rappresentanze dell’agricoltura, dimenticando o nascondendo quella che, prima ancora del Parco, è la strategia della Politica di Sviluppo Rurale 2014-2020, rivolta ai temi dell’innovazione, dell’ambiente e della qualità della vita nei territori; le proposte dell’ultimo momento di un parco regionale marino che, sposando l’analoga proposta avanzata nel maggio scorso dai comuni “No Parco” hanno offerto a questi, sicuramente senza volerlo, un assist incredibile per le loro politiche pro resort e porti turistici.
Da sempre apprezziamo l’alto valore dell’impegno dei movimenti e del percorso che abbiamo anche contribuito a sostenere, ma la lotta contro la petrolizzazione è un tema complesso che coinvolge tematiche (energetiche, di gestione del territorio, ecc.) che non si possono ridurre ad un mero baratto al ribasso, dalle incerte conseguenze.
Lo ribadiamo chiaramente: prima si porti a compimento l’iter autorizzativo del Parco nazionale della Costa Teatina, atteso da 15 anni, e poi ben venga qualunque altro ulteriore strumento di tutela e valorizzazione del nostro territorio e del nostro mare.
Non vanifichiamo il positivo lavoro svolto fino ad oggi che ci ha portato a una grossa attenzione intorno a questi temi, coinvolgendo tante persone, dai 40.000 di Pescara ai 60.000 di Lanciano, che vedono nel Parco Nazionale il modello di sviluppo dei nostri territori diverso e opposto a quello della deriva petrolifera.
Lo stesso attuale documento programmatico delle azioni di governo della Regione Abruzzo si rifà ai principi ispiratori della nuova programmazione europea che si basa su una crescita che deve essere intelligente, sostenibile e inclusiva. E nella strategia sulla Macroregione adriatico ionica, la Regione Abruzzo condivide nel piano di azione e di lavoro quattro pilastri, tra cui figurano la qualità ambientale, con esplicito riferimento alla tutela della biodiversità e degli ecosistemi, e il turismo sostenibile, che ben si sposa con la nascita della Via Verde e con la necessità di tutelare l’unico nostro tratto di costa ancora in parte non cementificato e che accoglie il nostro secondo brand turistico: i trabocchi.
Il Presidente D’Alfonso non lo dimentichi, domani, al Ministero. Sia consapevole che questo appuntamento segna la credibilità dell’Abruzzo Terra dei Parchi e del suo programma di governo. Se “L’Abruzzo vale”, il Parco Nazionale della Costa Teatina è la priorità!
E non ceda alla tentazione di accontentare le parti più retrive della sua composita maggioranza avvalorando soluzioni strumentali che finiscono per far perdere tempo. Contribuisca invece a delineare un percorso a tappe forzate verso il Parco Nazionale della Costa Teatina e ribadisca, da Presidente degli abruzzesi, il no di una intera regione alla scelta petrolifera.
Una volta istituito il Parco nazionale, si potranno valutare tutte le possibili estensioni a mare come il modello concreto dell’Arcipelago Toscano.
Il Commissario De Dominicis avrebbe potuto fare certamente di più, ma gli va dato il merito di aver lavorato e presentato un progetto reale dopo 15 anni di chiacchiere. Un progetto che la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Ambiente hanno accolto positivamente e che domani il Presidente D’Alfonso dovrà difendere per la sua gente, per coloro che lo hanno eletto e per chi chiede ai rappresentanti delle Istituzioni una reale credibilità.