Chieti. E’ stato arrestato, nel primo pomeriggio di oggi, Vincenzo Maria Angelini. Il magnate della sanità privata abruzzese, proprietario delle cliniche Villa Pini, è accusato di bancarotta fraudolenta. Il provvedimento di custodia cautelare è stato notificato ad Angelini, che è stato a beneficiare degli arresti domiciliari, dagli uomini della Guardia di Finanza.
Ad emettere l’ordinanza di custodia cautelare è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Chieti, Marina Valente. Angelini, il grande accusatore di Ottaviano Del Turco, rimarrà confinato agli arresti domiciliari della sua villa di Francavilla al mare. Con lo stesso provvedimento l’autorità giudiziaria ha anche disposto il sequestro preventivo di oggetti d’arte il cui valore è superiore ai 10 milioni di euro. Il gip nella sua ordinanza di custodia cautelare parla di “continui prelievi da parte dell’Angelini di somme di denaro per oltre 95 milioni di euro dai conti correnti intestati alla clinica “Villa Pini” a favore principalmente di se medesimo o della Novafin s.p.a., holding del “gruppo”, ponendo in essere una concreta sostituzione fraudolenta dell’attivo finalizzata a surrogare liquidità certe con crediti difficilmente esigibili”. In più, sostiene sempre il gip, ci sarebbe stata una «iscrizione nei bilanci della società Villa Pini di fittizi valori dell’attivo; aumenti ingiustificati delle passività’ della casa di cura attraverso l’iscrizione di ipoteche per 30 milioni di euro sugli immobili finalizzati all’ottenimento di ulteriori liquidità”.
Il commento di Paolucci (Pd). “Da mesi ormai ci chiedevamo perché l’imprenditore che ha affamato 1.500 famiglie, costretto centinaia di pazienti ad un pellegrinaggio fra cliniche ed ospedali, distratto fondi dalle società fosse ancora a piede libero. Apprezziamo l’intervento della magistratura”. Lo ha affermato Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd abruzzese, commentando la notizia dell’arresto di Vincenzo Angelini. “Abbiamo sempre affermato che Angelini ha cambiato le sorti politiche dell’Abruzzo ma non era affidabile né credibile. La nostra azione di denuncia quotidiana si è rivelata fondata, oggi finalmente ci si avvicina di più alla verità”.