Francavilla. Abusivo, da circa un anno, il depuratore di contrada Pretaro a Francavilla, quello che il 6 luglio scorso, ha riversato nel mare al confine sud di Pescara batteri fecali 50 volte oltre il limite.
Così, mentre si indagava per scoprire se ci fossero scarichi abusivi che inquinano Fosso Pretaro, i scopre che è l’impianto deputato a non avere i permessi per continuare a smaltire le acque di fogna. Notizia che viene fuori ora ma che era già in mano a Provincia e Asl di Chieti, Comune di Francavilla e Azienda comprensoriale acquedottistica, quella che gestisce il depuratore. Lo dice un rapporto dell’Azienda regionale di tutela ambientale, chiamata in causa dopo il divieto di balneazione imposto per i pericolosi livelli di colibatteri rilevati: “L’autorizzazione allo scarico rilasciata dalla Provincia di Chieti con determina 2.532 del primo dicembre 2010 risulta scaduta”, a fine 2014, ma “alla data odierna – prosegue la relazione – al distretto Arta di Chieti non è pervenuta alcuna documentazione attestante l’avvenuto rilascio di nuova autorizzazione e/o rinnovo”.
“La mancanza di autorizzazione allo scarico – si legge ancora – è stata confermata dal funzionario della Provincia di Chieti, Maria Assunta De Francesco, contattata telefonicamente il 6 luglio scorso”. Con il depuratore abusivo si allunga un altro sospetto sull’inquinamento del mare mentre, a Fosso Pretaro, il divieto di balneazione resta da due settimane.
L’Aca, rischierebbe una multa fino a 60mila euro per l’attività senza permesso, sebbene il limite di 5mila unità di colibatteri (250mila quello rinvenuto) risulta solo “consigliato” dalle normative statali; mentre la Provincia di Chieti, ente territoriale competente, non ha imposto alcuna misura categorica. Nonostante nel 2009 la forestale sequestro l’impianto di Pretaro dopo aver scoperto immissioni in mare di liquidi reflui contenenti azoto ammoniacale, nitroso e tensioattivi in misura superiore ai limiti consentiti.