Chieti, tagli all’Ipab: Marco Ferri scrive al Presidente Chiodi

corsia_ospedaleChieti. Le circa 200mila euro in meno nelle casse dell’Ipab Istituti Riuniti di assistenza S. Giovanni Battista di Chieti potrebbero creare qualche problema per il pagamento delle rette dei 188 ospiti fissi ricoverati nella struttura. Per questo motivo, il presidente Marco Ferri ha scritto al governatore Gianni Chiodi, all’assessore Lanfranco Venturoni e al direttore generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, Zavattaro.

Nella lettera, Ferri riepiloga il contratto stipulato lo scorso 11 marzo con la Regione Abruzzo relativo alle prestazioni sanitarie per l’anno 2010, che prevede un tetto massimo di spesa di 4milioni102mila326 euro rispetto albudget del 2009 che era di 4milioni318mila132 euro.

Nella struttura sono ospitati 49 disabili psichici-fisici, ricoverati tra gli anni ’50 e ’80; 45 disabili psichici-fisici autorizzati al ricovero da parte delle rispettive Asl di competenza; 79 inabili e 15 ospiti provenienti dall’istituto ex Paolucci di Villa Pini.

“Applicando le tariffe giornaliere in vigore” scrive Ferri “con riferimento ai ricoveri attuali e al numero di posti
letto accreditati, si determina una spesa di 4milioni343mila828 euro. Una spesa consolidata nel tempo per una utenza fissa non suscettibile di alcuna possibilità di dimissione dalla struttura e che necessita di un’assistenza socio sanitaria continua e indispensabile”.

Il presidente sottolinea inoltre che i ricoverati sono ospitati e assistiti in base all’impegno da parte di soggetti
pubblici (Asl, Comuni, Provincia) obbligati al pagamento delle relative rette giornaliere senza alcuna decurtazione.

La conferma del tetto massimo determinato dal Commissario ad acta comporterà problemi di natura finanziaria
all’istituto che, non avendo disponibilità di altre risorse, non sarà in grado di assicurare la continuità delle
attività e le prestazioni su standard idonei.

Ferri fa infine notare che le entrate sono collegate alle tariffe giornaliere di ricovero stabilite dalla Regione nel 2002, fisse nel tempo senza alcun incremento neanche del dovuto adeguamento Istat.

“La lettera” conclude “è un forte invito a una riflessione sulla questione e respinge con fermezza i tagli operati, disposti in modo indiscriminato e irragionevole”.

 

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