Verdure velenose a Napoli, il produttore è abruzzese

Gli spinaci ‘contaminati’ da mandragora sono arrivati al Centro agrolaimentare di Napoli, che ha sede a Volla, da un produttore abruzzese, della provincia dell’Aquila.

I Nas e i carabinieri territorialmente competenti sono riusciti a ricostruire la filiera della commercializzazione di un ingente quantitativo di spinaci freschi sfusi e senza lavorazione acquistati da un vettore campano.

Il bancale e’ stato poi rivenduto a diversi commercianti di ortofrutta di Pozzuoli, dell’area flegrea e di altri centri campani. Identificata anche la merce potenzialmente contaminata ancora presente al Caan, posta ora sotto sequestro come tutto il resto del lotto che e’ stato possibile ritirare dal mercato in queste ore. Adesso gli investigatori stanno lavorando per individuare la merce presente nei punti vendita esterni al Centro.

Il produttore abruzzese e’ stato anche sentito dai militari dell’Arma, che ora analizzano tutti gli elementi utili per comprendere come la mandragora si arrivata negli spinaci preparati per essere venduti al Cann.

Al momento, secondo quanto apprende l’AGI, non ci sarebbero provvedimenti a carico del produttore, ma si cerca di ricostruire tutti gli aspetti della vicenda e di recuperare l’intera partita di merce ‘inquinata’.

 

Situazione sotto controllo. “La situazione è sotto controllo: sono in corso analisi sui campioni prelevati e sono state adottate tutte le procedure previste in questi casi dalla normativa vigente”
E’ quanto precisa la direzione Asl in merito alle notizie relative a casi di intossicazione, registratisi nel napoletano, riconducibili al consumo di mandragora, una pianta tossica simile ad alcuni tipi di verdura.

“C’è stato l’immediato intervento del Sian (servizio igiene alimenti e nutrizione) della Asl, diretto dalla dr.ssa Maddalena Scipioni che, in sinergia con i Nas, ha effettuato prelievi sui campioni di prodotto che sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico per essere sottoposti ad analisi”
“In attesa del responso degli accertamenti”, conclude la direzione Asl, “il lotto in questione è stato ritirato e posto in stato di fermo cautelativo”

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