Tortoreto. Lunedì l’incontro in prefettura, in attesa che la proprietà faccia sentire la sua voce, per ora veicolata attraverso comunicati.
Poi il tavolo al Mise, la cui convocazione è attesa per i prossimi giorni. Due mosse, le più immediate, per cercare di salvare la Selta di Tortoreto e gli 80 posti di lavoro, al momento appesi ad un filo e con essi l’esaurimento degli ammortizzatori sociali. Però il territorio, le istituzioni e la politica, questa mattina, si sono uniti alla mobilitazione dei sindacati e delle maestranze della Selta.
Azienda leader nel campo delle telecomunicazioni e della cyber security alle prese con una difficile vertenza. Lo stabilimento di Tortoreto è parte integrante di un gruppo che conta anche sedi a Cadeo (Piacenza), Roma e Avellino. La battaglia si misura su vari campi e il fatto nuovo, nel corso delle ultime settimane, è la richiesta da parte della società di chiedere l’amministrazione controllata.
Al corteo, che è partito dalla Statale 16, dinanzi allo stabilimento, si è poi sviluppato nel cuore di Tortoreto, ossia il lungomare, per poi concludersi al Largo Marconi, dove si sono susseguiti diversi interventi. In mezzo ai manifestanti c’era il sindaco di Tortoreto, Domenico Piccioni, il parlamentare Antonio Zennaro, i consiglieri regionali Dino Pepe, Marco Cipolletti e Umberto D’Annuntiis e il presidente uscente della giunta regionale, Giovanni Lolli (c’era anche una delegazione del Comune di Alba Adriatica, rappresentato dal vicesindaco Alessandra Ciccarelli). E poi anche i rappresentanti sindacali dei pensionati.
“ Far chiudere un’azienda come la Selta che rappresenta una eccellenza italiana”, ha sottolineato Mirco D’Ignazio, segretario della Fiom Cgil, “ significa non voler salvare l’azienda Italia. Il tavolo al Mise rappresenta lo snodo principale di tutta questa vicenda. Vorremmo che la Selta diventasse l’emblema dell’area di crisi complessa e che la politica si attivi e capisca questo. E dimostrare che questo territorio può fare impresa con attività di eccellenza”. Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso anche Marco Boccanera, segretario della Fim Cisl. “ Vogliamo sostegno e non solo chiacchiere”, ha ribadito il sindacato e che anche la nuova struttura regionale, ora assente, sia al nostro fianco.
E’ impensabile chiudere un’azienda con una storia di oltre 30 anni alle spalle per le scelleratezze della dirigenza. Vogliamo conoscere tutta la verità e spero che la proprietà sia presente lunedì in prefettura”. Particolarmente significativi e toccanti sono stati gli interventi della Rsu aziendali. Figure in prima linea in azienda prima e nella lotta ora. Il nuovo capitolo della storia sarà scritto lunedì, in prefettura, in attesa poi di aprire un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico. Una strada percorribile per salvare i posti di lavoro di Tortoreto e dell’intero gruppo, che conta 250 addetti.