“Dal 1 dicembre sarà chiamato alla terza dose anche chi ha tra i 40 ed i 60 anni”.
Le parole sono del ministro della Salute Speranza e ufficializzano l’accelerazione alla campagna vaccinale su cui punta l’Italia per scongiurare la quarta ondata, che sta interessando l’Europa.
Dopo immunodepressi, fragili, operatori sanitari e ultrasessantenni a ricevere il booster sarà tutta la fascia di popolazione tra i 40 ed i 59 anni: ad essere interessati dal richiamo sono poco più di 15 milioni di persone mentre i vaccinati nel nostro Paese, sopra i 12 anni, sono all’83,7%.
- Quando fare la terza dose? Per poter ricevere la terza dose occorre che siano passati 6 mesi dalla somministrazione della seconda (per gli immunodepressi ad almeno 28 giorni dalla seconda): i richiami sono effettuati tutti con vaccini Pfizer o Moderna, con la differenza che per Moderna è prevista mezza dose e non una dose intera.
- Dove verranno effettuati i richiami? Le Regioni si organizzeranno in modo autonomo, i richiami potranno essere prenotati anche in farmacia ma tornano operativi i grandi hub vaccinali che nel frattempo erano stati chiusi per una diminuzione delle richieste di prime e seconde dosi e sostituiti dai poliambulatori delle Asl.
- Perché la terza dose? La terza dose serve per il calo degli anticorpi e per frenare l’aumento di contagi nei vaccinati (registrati negli ultimi mesi). Gli effetti collaterali sono gli stessi delle altre somministrazioni: dolore la braccio, mal di testa, febbre, dolori alle ossa.
- Quarta e quinta dose? I Paesi partiti con la terza dose prima dell’Italia, come Israele, hanno dimostrato di poter riportare l’epidemia sotto controllo grazie alla nuova somministrazione. Dopo la terza c’è chi ipotizza seguiranno anche una quarta ed una quinta inoculazione, mentre altri portano avanti un’altra tesi ovvero che grazie alla terza dose l’immunità possa durare dai 5 ai 10 anni.
In Italia, in questi giorni, i numeri dei contagi sono tornati a salire, alcune regioni presentano numeri da zona gialla e si temono 20 o 30 mila positivi per Natale. Il ministro della Salute Speranza ha dichiarato che non c’è un rischio lockdown generalizzato ma solo restrizioni sui territori a rischio se i contagi dovessero riprendere in maniera importante.
Il governo si prepara anche all’estensione del Green pass con una rivisitazione: per ricevere la certificazione verde potrebbe non essere più sufficiente il tampone, il pass verrebbe concesso solo ai vaccinati se – ha chiarito Donato Greco del Cts in una intervista- non si dovesse raggiungere in tempi brevi il 90% dei vaccinati. Valentina Fratò