I prezzi dei beni di prima necessita sono in costante aumento.
Nonostante l’inflazione stia calando, rispetto agli ultimi mesi, alimenti e bevande analcoliche continuano ad aumentare: i dati diffusi dall’Istat mostrano rincari nell’ultimo anno (giungo 2022-giugno 2023) pari a +11,2%. Il record lo ha raggiunto lo zucchero con un prezzo che è salito del 46% in un anno.
Massimiliano Dona, presidente Unione nazionale consumatori, in una nota, ha fatto sapere che per “la famiglia media in Italia (una coppia con due figli) l’inflazione al +6,4% significa una stangata di 1.830 euro su base annua, di cui 861 euro servono solo per far fronte ai rincari dell’11,2% di cibo e bevande”.
Tra i prodotti con maggior rincaro ci sono: l’olio d’oliva +26,6%, la pasta +32,4%, il latte +25,7% ovvero tutti quei beni usati quotidianamente. I gelati sono aumentati del 19,9%, per quantità di prodotto ridotte rispetto agli anni passati.
C’è poi un altro fenomeno, di cui l’avvocato Dona parla quotidianamente sui suoi canali social per aiutare i consumatori, che in gergo tecnico viene definito “shrinkflation” un’inflazione nascosta dove il prodotto, spesso anche in offerta, in realtà presenta una confezione a quantitativo ridotto, cosicché il consumatore non se ne accorga: meno prodotto, stesso prezzo.
Se i prezzi salgono a tassi senza precedenti da 40 anni, gli stipendi degli italiani restano sempre gli stessi con la conseguenza che quello della spesa è un carrello sempre più leggero dove le famiglie, per affrontare il caro-prezzi, sono costrette a tagliare la spesa primaria come alimentari e farmaci.