E’ ancora scontro sulla scuola.
Se da una parte il governo ha indicato come data di riapertura il 7 gennaio per scuole elementari, medie e dell’infanzia e l’11 gennaio per le superiori in presenza al 50% (mentre la dad riprenderà anche per loro domani, 7 gennaio) dall’altra ci sono le ordinanze regionali.
La scelta di riaprire le scuole non piace ai presidenti di Regione preoccupati che il rientro in classe possa portare ad un aumento dei contagi e combaciare con una terza ondata dell’emergenza.
La data dell’11 gennaio è stata scelta per aspettare i monitoraggi del fine settimana, dopodiché le regioni avranno la competenza per assumere decisioni più stringenti, se il numero dei contagi dovesse essere elevato.
“Il rischio zero non esiste” ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina aggiungendo che “se si chiude la scuola allora bisogna chiudere tutto”.
I calendari delle regioni per le scuole mostrano riaperture in ordine sparso:
Insomma, quella della scuola è una realtà frammentata e tutta in evoluzione che deve attendere i dati dei monitoraggi di venerdì 8 gennaio, e la conseguente cabina di regia. Inoltre sempre dalla cabina di regia di venerdì saranno decise le fasce di colore per le regioni e, in base ai nuovi criteri, per le regioni arancioni e rosse la didattica per le superiori resta a distanza al 100%.