E’ ancora scontro sulla scuola.
Se da una parte il governo ha indicato come data di riapertura il 7 gennaio per scuole elementari, medie e dell’infanzia e l’11 gennaio per le superiori in presenza al 50% (mentre la dad riprenderà anche per loro domani, 7 gennaio) dall’altra ci sono le ordinanze regionali.
La scelta di riaprire le scuole non piace ai presidenti di Regione preoccupati che il rientro in classe possa portare ad un aumento dei contagi e combaciare con una terza ondata dell’emergenza.
La data dell’11 gennaio è stata scelta per aspettare i monitoraggi del fine settimana, dopodiché le regioni avranno la competenza per assumere decisioni più stringenti, se il numero dei contagi dovesse essere elevato.
“Il rischio zero non esiste” ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina aggiungendo che “se si chiude la scuola allora bisogna chiudere tutto”.
I calendari delle regioni per le scuole mostrano riaperture in ordine sparso:
- slitta in Veneto, Friuli, Marche, Sardegna e Campania. Zaia ha già firmato un’ordinanza che proroga la didattica a distanza per gli studenti delle superiori a fine gennaio, mentre Fedriga sta preparando una ordinanza in tal senso. Anche per le Marche è in arrivo un’ordinanza su modello Zaia che prevederà la dad per le superiori fino al 31 gennaio.
- In Sardegna il presidente Solinas farà ripartire le scuole di ogni ordine e grado il 15 gennaio con il 50% degli studenti in presenza. De Luca in Campania propende per un rientro scaglionato nel tempo, dalle elementari alle superiori: l’11 gennaio rientreranno gli alunni dell’infanzia, prima e seconda elementare; il 18 gennaio sulla base dei dati epidemiologici rientreranno terza, quarta e quinta elementare; medie e superiori il 25 gennaio al 50% in presenza.
- Rientro in classe il 18 gennaio per gli studenti del Piemonte, ma sempre se i dati della curva epidemiologica lo consentiranno, elementari e medie rientrano invece regolarmente il 7 gennaio.
- Le regioni che sarebbero pronte a ripartire sarebbero Abruzzo, Lazio, Lombardia, Calabria e Puglia. Anche i presidenti di queste Regioni però concordano nel dover attendere e guardare sempre ai dati epidemiologici per decidere il da farsi.
Insomma, quella della scuola è una realtà frammentata e tutta in evoluzione che deve attendere i dati dei monitoraggi di venerdì 8 gennaio, e la conseguente cabina di regia. Inoltre sempre dalla cabina di regia di venerdì saranno decise le fasce di colore per le regioni e, in base ai nuovi criteri, per le regioni arancioni e rosse la didattica per le superiori resta a distanza al 100%.