Pescara. Le critiche dell’opposizione di centrosinistra le puntualizzazioni di chi si è sentito offeso dalle allusioni contenute nei comunicati stampa. Una di loro, Rossana Casasanta ha scritto a CityRumors.it replicando, duramente, ad Acerbo, sindacati e all’Allegrino con una lettera che riportiamo di seguito integralmente.
“Capita che un mattino ti svegli e ti ritrovi precario. Eppure ti guardi allo specchio e ti vedi esattamente uguale al giorno prima. Non lo sai, ma sei stato “sigillato” da sedicenti informate ed autorevoli fonti. E non un sigillo da precario qualsiasi. No! Sei un precario doc, di quelli con il marchio “Guerino Testa & Partners”.
Mettiamo un punto fermo: non sono precaria. Non mi sento, non mi sono mai sentita precaria.
Non che precario sia per sua natura un connotante negativo. Le parole non sono né buone né cattive. E’ la rappresentazione suggerita da chi le usa a renderle potenziali mortificatori. E quando diventano negative senza il bisogno di aggettivi, allora, forse, si è deturpata la loro natura.
Mi indigna e mi offende che due signori che non ho mai avuto il piacere di conoscere (Maurizio Acerbo e Antonella Allegrino), due signori che non hanno alcuna idea di chi sono e di cosa è la mia vita, si affrettino a classificarmi come precaria-negativamente-connotata-che-ha-venduto-la-propria-dignità e lo fanno utilizzando i media come cassa di risonanza.
Sacrificandomi sull’altare del senso della loro esistenza (sono forse loro che hanno bisogno di precari in campagna elettorale?).
Denigrando la mia libertà (sono stata selezionata non per merito ma perché “amica”).
Deridendo la mia onestà (imploro tutela per essere sottratta ad una “scomoda concorrenza”).
E, da ultimo, disprezzando la mia competenza (il mio lavoro non può essere stato efficace).
Non conoscevo e non conosco il Presidente Testa. Non avevo mai visto l’Assessore Martorella prima di firmare il contratto. Non avevo nessun legame con loro né diretto, né indiretto. Non compiaccio la politica per lavorare. Ho partecipato ad una selezione pubblica. Ne faccio almeno 6-7 l’anno, cogliendo le opportunità dove e quando ci sono. Già, perché il mio lavoro, come quello di tanti come me, è così. In silenzio e con caparbietà, a costruirsi il futuro ogni giorno. Un futuro che, nonostante le idee di questi signori, continuo a credere che sia nelle mie mani e che interamente dipenda dalla mia capacità di fare bene il mio lavoro.
Perché, allora, e a che titolo questi signori mi offendono?
Signori cari, questa non è politica, non è tutela dei cittadini. Questa è bieca demagogia”.
Rossana Casasanta