Con l’accusa di traffico e smaltimento illecito di rifiuti in aree non autorizzate, i militari della Guardia di Finanza di Foggia e i carabinieri di Bari hanno eseguito una misura cautelare emessa dal Gip del tribunale di Bari, Paola Angela De Santis, nei confronti di sei persone, tra foggiani e campani.
Le indagini sono coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bari.
Nello specifico sono finiti in carcere: Roberto e Luca Marino, entrambi di San Severo rispettivamente di 45 e 37 anni; domiciliari per Cesare Di Cesare 44 anni di Torremaggiore e tre divieti di dimora nelle Regioni di Puglia e Abruzzo per due casertani di 51 e 44 anni e un cittadino ucraino 51enne.
Nell’ambito dello stesso blitz sono stati sequestrati beni per circa 1.635.000 euro consistenti in 4 compendi aziendali, 4 quote societarie, 4 fabbricati, 9 terreni, 4 polizze vita e 38 rapporti finanziari.
Sequestrate complessivamente anche 13.100 tonnellate di rifiuti speciali. A quanto si apprende il gruppo criminale era dedito allo stoccaggio di rifiuti solidi, provenienti prevalentemente della provincia di Caserta in siti all’aperto o all’interno di capannoni industriali che si trovavano in provincia di Foggia e di Chieti.
L’indagine è partita a marzo 2018 con il sequestro di una discarica abusiva realizzata in un capannone di San Severo dove erano state illecitamente ammassate 600 tonnellate di ecoballe di rifiuti indifferenziati riconducibili, così come accertato dall’Arpa Puglia, a scarti tessili, di plastica gomma e legno e che avevano prodotto pesanti esalazioni già a fine agosto 2017. Successivamente è stata sequestrata un’altra discarica abusiva sempre a San Severo, al cui interno erano state accatastate 10mila tonnellate di balle di scarti di lavorazione tessile mischiati a plastica.
Altre due discariche erano state realizzate all’interno di due capannoni che si trovavano: a Vasto di circa 1250 metri quadrati e a Chieti di 1600 mq. Anche in questo caso erano stati ammassati rifiuti maleodoranti.
Tra le persone arrestate stamattina c’è anche il 45enne Roberto Marino, di San Severo, già arrestato 31 agosto del 2017 nell’ambito dell’operazione ‘Black Fire’, per reati ambientali. Secondo gli inquirenti Roberto Marino e suo fratello Luca, insieme con Cesare Di Cesare, sarebbero gli organizzatori e i gestori dei siti di stoccaggio di rifiuti nel Foggiano.
Per tutti i sei indagati le accuse sono quelle di aver conseguito “ingiusto profitto rappresentato dal risparmio di spesa derivante dalla mancata attivazione delle corrette procedure della gestione dei rifiuti come previsto dalla legge”. Oltre ai fratelli Marino (finiti in carcere) e all’altro foggiano Di Cesare (ai domiciliari), tre divieti di dimora sono stati notificati a due casertani di 51 e 44 anni, e a un cittadino ucraino 51enne.
Questi ultimi si sarebbero occupati, in particolare, del trasporto dei rifiuti.