Settore manifatturiero in Abruzzo: la situazione

La pubblicazione dei risultati della congiuntura manifatturiera relativa al 2017 conferma l’operatività ed efficacia della collaborazione tra Confindustria Abruzzo e CRESA sancita dall’accordo nel luglio 2017.

 

L’intervista oggetto del presente studio, rivolta a 205 aziende manifatturiere con almeno 10 addetti, è stata realizzata dal Centro Studi di Confindustria Abruzzo e i dati sono stati elaborati e commentati dal CRESA.

 

“Il sistema manifatturiero rafforza i segnali di ripresa già mostrati nel primo semestre del 2017, – osserva il Presidente del CRESA Lorenzo Santilli – con risultati sul mercato interno migliori di quelli sull’estero e buone prospettive anche sul fronte internazionale”.

 

“Il focus sulla Digitalizzazione, – afferma il Presidente di Confindustria Abruzzo Agostino Ballone – dopo quello su Industria 4.0 della scorsa rilevazione, conferma che molto bisogna ancora lavorare nella nostra regione per far comprendere le opportunità offerte dalle moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione, quale valore aggiunto che l’applicazione della digitalizzazione apporta al business. Confindustria Abruzzo ribadisce l’impegno nella creazione del Digital Innovation Hub quale strumento indirizzato a fornire al sistema delle imprese i giusti supporti tecnici per guardare con fiducia alle sfide del domani”.

 

Silvano Pagliuca, Consigliere Incaricato Centro Studi Confindustria Abruzzo, alla luce degli esiti dell’ultimo focus sulla Digitalizzazione, rimarca l’esigenza irrinunciabile di intraprendere un processo di digital transformation realmente sinergico tra le imprese e la Pubblica Amministrazione. “Rimane fondamentale però – continua Pagliuca- una coerente rivoluzione culturale che, al fine di aumentare la competitività dell’intero sistema economico, inneschi cambiamenti soprattutto organizzativi e manageriali, ma anche sociali. Cie, Spid, Anpr e PagoPa, le grandi differenze tra regioni da colmare per il bene del sistema produttivo nel suo complesso”.

 

La regione mostra ampi segni di crescita: la produzione e il fatturato, a fronte di un aumento medio nazionale rispettivamente del 3% e dello 0,7%, crescono del 4,7% e del 3,7%. L’export mostra un incremento dell’1,7% e la crescita del portafoglio ordini internazionali del 4,3% apre buone prospettive anche per il primo scorcio del 2018, gli ordini nazionali fanno registrare un + 1,3%, l’occupazione un + 1,2%.

 

 

 

Sono le medie imprese (50-249 addetti) a mettere a segno nel complesso i migliori risultati con una crescita strutturale degli indicatori superiore alla media regionale. La produzione segna un aumento del 5,9%, il fatturato del 7,6%, l’export del 3,9%, gli ordini interni ed esteri del 4,5%. Qualche nube permane sul fronte dell’occupazione che segna un incremento debole (+0,5%), assai inferiore a quello fatto registrare dalle altre classi dimensionali di aziende.

 

Le piccole imprese (10-49 addetti) riportano per tutti gli indicatori valori positivi e nel caso del fatturato estero (3,0%) e dell’occupazione (1,2%) rispettivamente migliore e uguale a quelli medi regionali.  Particolarmente positivo l’andamento sui mercati internazionali che nel primo semestre del 2017 mostrava valori negativi. Più debole la ripresa sul mercato interno. Produzione, fatturato, export e ordine esteri fanno registrare aumenti dell’ordine del 3%, ordini interni ed occupazione dell’1%.

 

Meno incoraggianti le performance delle grandi imprese (250 addetti e più) che tuttavia mostrano un deciso miglioramento rispetto al primo trimestre 2017 quando gli indicatori hanno assunto valori inferiori all’1%. Nel periodo in esame le grandi imprese fanno registrare variazioni generalmente inferiori alla media regionale con le sole eccezioni della produzione e dell’occupazione leggermente superiori rispetto ad essa.

 

 

 

Sotto il profilo provinciale, si rileva che è Pescara a mostrare le migliori performance di produzione, fatturato, ordini interni e occupazione e un andamento meno favorevole delle altre province  sotto il profilo della competitività internazionale, L’Aquila e Teramo fanno registrare variazioni superiori alla media abruzzese con particolare riguardo per export e ordini esteri e una sostanziale stazionarietà dell’occupazione, Chieti a mostrare la crescita nel complesso più contenuta con esclusione dell’occupazione che aumenta più che a livello medio regionale.

 

Nonostante le buone performance registrate nell’anno in esame, il clima di opinione è moderatamente positivo con aspettative a sei mesi di incrementi che prevalgono di poco sulle previsioni di contrazioni.

 

Digitalizzare un’azienda significa gestire in modo informatizzato i processi intesi come insieme delle attività che, partendo da un input iniziale (risorse), lo trasformano in un output dal valore aggiunto (prodotto), destinato o ad un altro processo aziendale (cliente interno) o ad un soggetto estraneo all’impresa (cliente o fornitore). La digitalizzazione è quindi un nuovo modello organizzativo che consiste nel mappare le attività aziendali ed intervenire in modo efficace e razionale con azioni di riprogettazione tese a migliorare le prestazioni ottimizzando i singoli processi e l’interconnessione tra di essi. Dall’indagine realizzata da Confindustria e CRESA emerge in modo allarmante che esiste in Abruzzo una percentuale di aziende non connesse ad internet (5,4% del campione pari a 11 imprese): si tratta in particolare di aziende con un limitato numero di addetti (< a 50) operanti in settori tradizionali. A ciò si aggiunge un 1,6% di imprese del campione che non ha connessione a banda larga e non riesce, quindi, ad impiegare al meglio le opportunità offerte dalle moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione. La tecnologia più utilizzata è l’ADSL (77,5%), cui segue la fibra ottica (12%) e il sistema satellitare (4,7%).

Nonostante l’ampia diffusione di internet e la estesa applicazione nei rapporti intra e inter-aziendali, la maggioranza di imprese (84% pari a 161 aziende) mostra di non comprendere fino in fondo il valore aggiunto che le nuove tecnologie apportano al loro business e ritiene che l’applicazione delle tecnologie digitali rivesta una importanza media (58% pari a 103 aziende) o bassa (58 imprese che equivalgono al 30% del campione) per il proprio business. Solo il 15% (29 aziende) attribuisce a tali strumenti un’elevata rilevanza per il business aziendale.

Passando dagli aspetti più astrattamente tecnologici a quelli operativi, si osserva che quasi il 90% delle imprese connesse, pari a 171 unità, utilizza internet nei rapporti clienti/fornitori, il 53% (101) per le comunicazioni interne, il 30% (58) per la promozione dell’azienda e della sua attività (sito istituzionale/social network). Una parte residuale (2 unità, una alimentari e una metalmeccanica) sfrutta le opportunità che la connessione in rete permette per la sola posta elettronica.

Assai bassa la percentuale di imprese che hanno all’interno dell’azienda esperti in tecnologie digitali (10,5%) cui si aggiunge un 8,9% di imprese che hanno tali risorse in outsourcing. Se si esclude un 2,1% di aziende che non hanno dato risposta a questa domanda, il restante 78,5% delle aziende intervistate non dispone al proprio interno di un esperto in tecnologie digitali né fa ricorso ad un consulente esterno per fronteggiare le proprie necessità il che rappresenta un limite oggettivo all’implementazione di sistemi tecnologici personalizzati sulla base delle esigenze delle singole imprese. Ad aggravare le situazione anche la scarsità di imprese (4,2%) che prevede di far partecipare i propri dipendenti a corsi sull’utilizzo delle tecnologie digitali.

Le applicazioni più diffuse sono quelle di base: firma digitale, fatturazione elettronica seguite a distanza dal marketing, security ed e-banking. Assai più rara l’applicazione di tecnologie digitali nelle aree del tele-lavoro, dei software gestionali per le risorse d’impresa, vendite, acquisti, magazzino, contabilità e dell’e-commerce.

 

 

 

 

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