Pescara. Il presidente della 6a Commissione Finanze e Tesoro del Senato, Luciano D’Alfonso, si è espresso sui temi riguardanti i porti di Pescara e di Ortona, in modo da configurare una vera e propria “Operazione verità” sui finanziamenti dei due porti.
“Oggi abbiamo voluto fare un’operazione verità – ha sottolineato Luciano D’Alfonso – a proposito sia dei soldi in giacenza per i porti di Pescara e di Ortona, sia dei soldi che sono stati richiesti. L’esigenza di questa operazione verità è perché giorni fa sulla stampa, che è stata involontariamente raggirata, è stato venduto come finanziamento conseguito ciò che è stato semplicemente richiesto. È come se un imprenditore solo perché si è iscritto alla Camera di Commercio festeggiasse l’ottenimento di un miliardo di euro di appalti. Quello deve essere ancora oggetto di attività di pretesa di organizzazione, invece la cosa accaduta è semplicemente la richiesta. Noi abbiamo però per Pescara una cifra inimmaginabile in passato, 32 milioni di euro, che devono essere appaltati, così come 69 milioni di euro per Ortona, che devono essere appaltati. E tutte le condotte segnate da incertezze, da andirivieni che ogni tanto rinveniamo, anche nell’attività deliberativa della Regione. Che senso ha sospendere la vita dei finanziamenti assegnati con il Masterplan ai diversi obiettivi strategici? Non è vero che l’avverbio ‘temporaneamente’ tolga malattia alla condotta amministrativa che hanno tenuto rispetto a quelle opere infrastrutturali. Noi dobbiamo fare in modo che un finanziamento, una volta che è stato conseguito, abbia per immediatezza l’attività progettuale, poi i pareri, poi l’attiivtà di scelta del contraente e finalmente il cantiere. Se ci sono o le bugie di risorse finanziarie aggiuntive che non sono vere o i tentennamenti addirittura di sospensione dei finanziamenti conseguiti, non accade mai sua maestà il cantiere che l’unico fatto che modifica lo stato dei suoli, l’organizzazione, l’armatura del territorio per fare in modo che l’economia si trovi a suo agio per potersi esprimere. È per questo che diciamo, anche sulle richieste ulteriori, noi siamo pronti ad aiutare, a condizione che le richieste non siano cappellate con la mano. Presentarsi alla Conferenza Stato-Regioni senza carte, solamente con un ululato piagnucolone che vogliono più risorse, non significa poi che quelle richieste ottengano prevalenza rispetto alle richieste di altre Regioni. Io sono un eletto di questa comunità in Senato, ho la presidenza della Commissione Finanze e Tesoro, lavorerò a difesa delle ragioni di questa regione, ma vorrei vedere un pezzo di carta, una documentalità che supporti in maniera da poter fare prevalere queste richieste sulle altre. Ma prima ancora, per essere credibili, devi dimostrare di aver appaltato tutto ciò che avevi, non si può avere il tavolo pieno di risorse, solo perché vengono dal passato non si appaltano con sollecitudine e si continua nella richiesta magari anche immatura di risorse aggiuntive, non dimostrrando però qual è la connessione funzionale. È questo quello che rivendico come dirittura che ddeve essere ancora conseguita, una dirittura amministrativa. E vorrei spiegare a quelli che ci hanno definito ‘delle bestie da soma’ che è meritevole, io preferisco essere una bestia da soma anziché una mosca che si siede sul lavoro degli altri. E voglio anche aggiungere che da oggi a dicembre, affinché arrivino altre risorse, la Regione deve chiarire quali sono gli obiettivi documentalmente e tecnicamente che per la Regione Abruzzo sono fondamentali per determinare i risultati economici aggiuntivi, progressivi che, se non accompagnati da quelle ulteriori opere infrastrutturali, quei risultati non si verificano. È questa l’attività prevalente che si svolge a Roma quando si è nei tiri alla fune con le altre Regioni, che magari si presentano anche con maggiore documentalità, con più capacità di argomentazione e con più numeri demografici, con più numeri di tonnellaggio delle attività portuali, è questa la dimensione della competizione”.