Le trattative di rinnovo del contratto per i lavoratori di autostrade e trafori non sono andate a buon fine e di conseguenza lo sciopero di quattro ore del 4 e 5 agosto è stato confermato dalle Segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Sla-Cisal e Ugl Viabilità e Logistica. Nelle ore di sciopero si potrà passare solo ai caselli automatizzati.
Lo sciopero riguarderà il comparto esazione e personale turnista dalle 10 alle ore 14 e dalle 18 alle 22 di domenica 4 e dalle 22 di domenica alle 2 di lunedì 5 mentre il personale impiegato con turni sfalsati effettuerà le ultime quattro ore della prestazione. Il personale tecnico/amministrativo sciopererà le prime quattro ore della prestazione/turno di lavoro di lunedì (per personale tecnico/amministrativo si intende tutto il personale non turnista non sottoposto alla regolamentazione dello sciopero, compreso quello addetto ai servizi di carattere commerciale (Punto Blu, Centro Servizi, ecc.). I sindacati hanno precisato anche che il personale addetto al monitoraggio degli automatismi (es: MCR/MCT) non è sottoposto alla Legge 146/90 e conseguentemente può aderire allo sciopero perché non precettabile. Dallo sciopero resta escluso tutto il personale sottoposto alla legge 146/90 e s.m.i. nonché alla regolamentazione provvisoria di settore.
Le segreterie nazionali hanno fatto sapere che lo scopo dello sciopero è quello di “garantire ai lavoratori le clausole la salvaguardia occupazionale e il mantenimento delle condizioni economiche/normative acquisite in caso di eventuale cambio di titolarità della concessione e di garantire ai lavoratori aumenti di stipendio che, oltre a consentire il recupero il potere d’acquisto dei salari, apprezzino adeguatamente anche le loro professionalità e che tengano conto dei significativi risultati economici raggiunti dalle aziende del settore”.
Si legge nel comunicato: “Dopo nove mesi di serrato confronto, gli ultimi due incontri del 30 e 31 luglio sono stati caratterizzati da un imbarazzante atteggiamento delle parti datoriali che ha palesato le loro divisioni interne, le stesse, si sono irresponsabilmente assunte la “gravissima” decisione di rompere le trattative. Nello specifico, i motivi della rottura sono, in primo luogo, attribuibili alla indisponibilità delle controparti a dotare il settore delle necessarie clausole di salvaguardia occupazionale, nonché di mantenimento delle condizioni normative ed economiche acquisite dai dipendenti del settore, soprattutto a fronte dell’imminente scadenza di molte concessioni autostradali. Questa circostanza evidenzia, con estrema chiarezza, la reale volontà di alcuni soggetti, già titolari di concessioni, di partecipare ai bandi di gara ipotizzando una de-regolamentazione del sistema che consenta loro di acquisire le nuove concessioni senza alcun obbligo nei confronti delle maestranze.
Conclude: “Inoltre, nonostante le Organizzazioni Sindacali si siano dimostrate disponibili ad individuare soluzioni di carattere economico che, in continuità con i precedenti rinnovi, consentissero di tenere un equilibrio complessivo, le controparti hanno presentato un’offerta economica “provocatoria” per il comparto, chiedendo anche un periodo di vigenza più lungo e non rendendosi disponibili alla prosecuzione della trattativa. Questa proposta è risultata assolutamente inaccettabile a fronte di un mercato operante in regime di sostanziale monopolio, che ha visto negli anni una forte contrazione dei livelli occupazionali, che vede un costo del lavoro sicuramente contenuto rispetto ai dati di bilancio delle aziende, nel quale operano quotidianamente dei lavoratori che, con professionalità, garantiscono la sicurezza degli utenti, in cui si registrano elevati profitti con manager che godono di retribuzioni da favola”.