Abruzzo, in 7 comuni su 10 c’è almeno una Pro-loco

La partecipazione dei cittadini e delle cittadine alla vita associativa nelle comunità è fondamentale per mantenere viva la relazione tra individui e collettività, e per contribuire al benessere anche individuale oltre che comunitario.

 

In questo senso le associazioni di prossimità, siano pro loco nei paesi o comitati di quartiere nelle grandi città, possono svolgere un ruolo fondamentale.

L’Abruzzo, infatti, è una regione profondamente differenziata al suo interno, come abbiamo raccontato anche in passato. A partire dall’orografia questo ha un riflesso anche sulla sua percezione verso l’esterno. Valorizzare questo aspetto (anche a livello turistico) significa dare importanza a differenze e peculiarità della regione, nella fascia costiera come nelle aree montane, nei paesi dell’interno come nei centri medi e nelle città maggiori.

Socialità e promozione locale dal basso

Parliamo di una pluralità di paesaggi, storie, tradizioni locali che, se da un lato costituisce una ricchezza insostituibile, dall’altro è anche estremamente diffusa sul territorio. Ed è per questo più difficile da valorizzare adeguatamente nella sua unicità.

Inoltre la socialità (informale e organizzata) nei territori soprattutto più periferici è fondamentale per la sopravvivenza delle piccole e grandi comunità della regione.

Il ruolo delle associazioni di promozione locale, conosciute da tutti come pro loco, si inserisce proprio in questo quadro. Si tratta di organizzazioni senza scopo di lucro costituite dai cittadini e cittadine che in Abruzzo, in base alla legge regionale 9/2018, possono svolgere una serie di funzioni per valorizzare il proprio territorio. Dalle iniziative di promozione culturale e turistica all’organizzazione di eventi e manifestazioni, dalla cura dell’informazione rivolta ai turisti alla gestione di strutture di accoglienza.

In territori isolati, dove il tessuto sociale è più rarefatto e disperso, queste associazioni possono rappresentare un vero e proprio collante per le comunità che vi abitano. Un motivo di riconoscimento territoriale e uno strumento di partecipazione attiva per i residenti.

La rete in Abruzzo

Sono oltre 300 le associazioni censite nell’elenco regionale delle pro loco. Quasi una per ogni comune, considerando che alcuni comuni, per la presenza di frazioni, ne hanno anche più di una. Più precisamente, sono 224 i comuni abruzzesi dove c’è almeno una pro loco, il 73% del totale.

In media, sono 2,5 ogni 10mila abitanti le associazioni censite nell’elenco regionale. La quota supera ampiamente questa media in provincia dell’Aquila (4,1 ogni 10mila residenti). Seguono il teramano (3) e l’area di Chieti (2,1), mentre la provincia di Pescara è molto lontana, con 0,9 pro loco ogni 10mila residenti.

È infatti nei comuni interni, più distanti dai centri maggiori, che la densità di associazioni di promozione locale risulta più elevata. Mentre nelle città polo, baricentriche in termini di servizi, c’è meno di una pro loco ogni 10mila abitanti (0,7 in media), la quota cresce man mano che ci si allontana dalle città principali. Nei territori di cintura, hinterland dei poli, la presenza di pro loco sale a 2,3 ogni 10mila abitanti; nei comuni periferici a 3,3; in quelli ultraperiferici addirittura a 6,5. [mappa di riferimento]

Ciò anche a testimonianza delle due esigenze per cui nascono le pro loco. Valorizzare l’offerta turistica in territori che restano fuori dai circuiti principali, in primis. Ma anche essere un fattore di coesione sociale per queste aree disperse, spesso in spopolamento e abitate da una popolazione mediamente più anziana.

Nella classifica dei comuni con il maggior numero di pro loco censite nell’elenco previsto dalla legge regionale compaiono solo realtà dell’aquilano e del teramano. A partire da Crognaleto, in provincia di Teramo (11 le organizzazioni riconosciute in questo comune) e Carsoli (nell’aquilano, con 7 Pro loco). Seguono i rispettivi capoluoghi, entrambi con 7 associazioni ciascuno. [grafico/classifica]

In particolare il caso di Crognaleto è interessante per vari motivi. Innanzitutto parliamo di un comune montano con una popolazione esigua (poco più di mille residenti) ma in un territorio molto esteso.

Con i suoi 124 km quadrati, infatti, il comune è il quinto per estensione in Abruzzo. È grande come Ancona, per intenderci, ed esteso il doppio di Chieti. Questo fa di Crognaleto quello che in cartografia viene chiamato “comune sparso”, ossia policentrico nella sua composizione urbana, fatta di ben 16 frazioni. È in questo contesto, dunque, che nascono le numerose pro loco attive, fondamentali per la tenuta di una comunità altrimenti dispersa e isolata.

Al benessere sociale di questo tipo di comunità anche il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dedica un investimento chiamato proprio “Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità”.

Strategia, progetti e investimenti

Si tratta di un investimento per complessivi 725 milioni di euro, e rappresenta la parte di finanziamento più importante della misura sulla strategia nazionale per le aree interne (825 milioni in tutto). Di questi, quasi mezzo miliardo di euro è stato già finanziato, per 790 progetti in tutto il paese. Al 1 marzo 2023 erano 53 i progetti finanziati in Abruzzo per le infrastrutture sociali di comunità, per importi pari a 37,2 milioni di euro.

Non ci sono ovviamente finanziamenti specifici per le pro loco, ma investimenti per infrastrutture che potranno essere utili anche allo scopo delle organizzazioni di cittadini e cittadine che animano la vita pubblica dei luoghi.

Oltre che per l’erogazione di servizi di istruzione, mobilità e sanitari, infatti, questi fondi saranno utilizzati anche per il rafforzamento, la ristrutturazione o la costruzione di centri per persone con disabilità, di consulenza, per servizi culturali, sportivi e per l’accoglienza dei migranti.

Nel caso della citata Crognaleto, per esempio, saranno investiti 168mila euro per la realizzazione dell’asilo nido comunale e 110mila euro per la realizzazione di uno sportello di supporto psicologico in due frazioni del comune.

Se escludiamo un intervento pari a 5 milioni destinato a regione Abruzzo per attrezzature mediche, gli investimenti più consistenti vengono localizzati tutti nel sud della regione, in provincia di Chieti. Infatti andranno 3 milioni a Lanciano per il recupero dell’ex calzificio Torrieri, da destinare a servizi socio-culturali. Inoltre, 2,3 milioni sono stati stanziati per la ristrutturazione e riqualificazione di un edificio comunale a Vasto. Infine, 2 milioni serviranno per una “infrastruttura sociale” a completamento del teatro comunale di San Salvo e altrettanti saranno investiti per la ristrutturazione di edifici da destinare all’accoglienza migranti ad Atessa.

Si tratta dunque di oltre 50 interventi, perlopiù su strutture già esistenti, che potranno essere gestite o utilizzate anche dalle pro loco o dalle associazioni di prossimità, presidi di cittadinanza attiva nei territori abruzzesi.

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