Sblocca Italia è Legge: ma il Forum Abruzzese dei movimenti per l’acqua annuncia battaglia

Abruzzo. Il Decreto “Sporca Italia” è legge, ma la lotta delle associazione continua più determinata di prima” è questo il primo commento del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua alla notizia della conversione in legge del provvedimento.
Ricordiamo che i cittadini abruzzesi hanno bloccato in extremis diversi scempi che sulle leggi erano stati definiti “di interesse strategico nazionale”, spesso opere approvate addirittura con leggi speciali come la Legge Obiettivo di Berlusconi-Lunardi, dal Terzo traforo del Gran Sasso al centro Oli di Ortona passando per la vendita dell’acqua dei fiumi. Ora la mobilitazione è indispensabile per fermare l’assalto dei petrolieri.
Questo provvedimento dal sapore di primo novecento può rivelarsi un boomerang per l’esecutivo. Tantissimi cittadini si stanno mobilitando e continueranno a lottare contro questa attacco finale alla salute, alla qualità dell’ambiente e all’economia diffusa basata su turismo, accoglienza ed enogastronomia.
Vi sono i ricorsi di tipo legale da quello che dovrà presentare la Regione Abruzzo alla Corte Costituzionale alle questioni di legittimità che si potranno introdurre nei ricorsi ai TAR sulle opere.
Vi sono, poi, le procedure autorizzative dei singoli interventi, come, ad esempio, il passaggio in comitato Valutazione di Impatto Ambientale, dove si deve continuare ogni forma di opposizione tecnica e giuridica.
Inoltre segnaliamo una norma introdotta nell’art.38 nel passaggio alla Camera dopo le prime avvisaglie di mobilitazione. Nella stesura iniziale del Decreto tutto il comparto diventava di interesse strategico e, quindi, non vi era alcun onere di cercare di dimostrare la strategicità effettiva del singolo intervento, da Ombrina ad Elsa2 passando per Bomba.
Ora, invece, sarà un Piano, introdotto con il comma 1bis all’Art.38, che dovrà stabilire le aree effettivamente strategiche. Potrebbe essere un varco che può dare spazio alle lotte perché costringerà il Governo a selezionare caso per caso e mettere nero su bianco i territori su cui vorrà imporre il colore nero petrolio. Qui non vi sarà neanche la patetica scusa della questione della fiducia da votare. Si vedrà il “peso” politico delle classi dirigenti e la forza delle mobilitazione dei cittadini.
In ogni caso si tratta di un provvedimento che cerca di scavare oltre il fondo del barile per svendere quello che rimane dell’ormai ex Belpaese. Insieme alla altre organizzazioni, movimenti e comitati definiremo strategie e iniziative di lotta che ci vedranno impegnati nei prossimi mesi ed anni per scongiurare che l’Abruzzo diventi per decenni un distretto minerario.

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