L’Abruzzo citato da L’Espresso in un reportage sul trasporto delle biciclette sui treni, in ambito nazionale, e, purtroppo, non è per farne un esempio positivo. Nell’articol di Michele Sasso del 1 agosto sii ricorda come la convenzione tra Trenitalia e Regione, che l’allora consigliere Acerbo era riuscito a far finanziare inserendo nella finziaria regionale ben 30.000 euro, non sia mai andata in porto per le condizioni”impossibili” che le ferrovie ponevano per l’accesso delle biciclette sui treni.
Il Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano denuncia “Purtroppo, nonostante un incontro in regione tra associazioni, Trenitalia e dirigenti regionali, tale accordo non è stato mai formalizzato, e in tutta Italia la società che gestisce la stragrande maggioranza delle linee su ferro dimostra di considerare il trasporto delle due ruote a pedali più come un fastidio che come un’opportunità. Eppure l’Unione Europea, nella sua pubblicazione del 2013 sulla rete ciclabile Eurovelo, pone l’accento sull’importanza dell’intermodalità bicicletta/treno per lo sviluppo del cicloturismo, che nel 2012 ha mosso, in Europa, qualcosa come 44 miliardi di euro. Miliardi che, in Italia, potrebbero arrivare, da subito, se si realizzassero percorsi ciclabili (percorsi, non piste, cioè se si riconvertisse ad un uso sicuro, da parte dei ciclisti, parte del patrimonio stradale esistente in Italia ora poco utilizzato da altre tipologie di mezzi di trasporto) e si incrementasse il trasporto delle biciclette sui treni, sugli autobus e sulle navi. Non occorre inventarsi nulla di nuovo o di eccezionale, basta seguire l’esempio di regioni italiane e stati europei dove i treni, di qualsiasi tipo, sono attrezzati con spazi appositi o carrozze dedicate, per il trasporto delle biciclette”.
Per il Coordinamento “In una Regione, come l’Abruzzo, dove si spendono milioni di euro per completare il percorso ciclabile costiero, con il progetto Bike to Coast, e si è creato un assessorato al Cicloturismo, partire da un dialogo serio con Trenitalia è il minimo.