Questa mattina, nella sede del Consiglio Regionale di Pescara, è stata illustrata la Risoluzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, approvata all’unanimità in Consiglio Regionale lo scorso 29 ottobre, ma ad oggi mai attuata.
“Il cardine fondamentale di una diffusa cultura in materia” commenta il consigliere regionale Lucrezio Paolini, promotore della risoluzione “va individuato, in particolar modo, nell’adozione di misure informative/formative rivolte ai più giovani, da acquisire e mantenere quale indispensabile bagaglio personale di vita lavorativa e familiare una particolare attenzione deve essere riservata a coloro che costituiranno le nuove generazioni di lavoratori: studenti della scuola dell’obbligo, delle università ed allievi dei corsi di formazione professionale. Si tratta di un passo fondamentale per promuovere una corretta cultura della salute e della sicurezza in capo alle nuove generazioni di lavoratori. L’irresponsabilità di questa maggioranza rischia di vanificare ogni impegno profuso in tale direzione atteso che, a partire dal prossimo 15 dicembre, la potestà legislativa della Regione Abruzzo, in regime di prorogatio, come evidenziato nella nota del Servizio Legislativo del 28/11/2013, sarà fortemente limitata. Il Testo Unico sul Welfare, che avrebbe dovuto recepire le indicazioni della Risoluzione approvata, deve essere riformulato, come argomentato in V Commissione, perché presenta aspetti critici di ordine legislativo e finanziario. In una parola: non c’è più tempo! Intanto si continua a morire nei luoghi di lavoro senza che si attui una politica adeguata. La recente indagine condotta dalla Società Vega Engineering di Mestre testimonia drammaticamente che a fronte dei 1.588 casi di morti bianche registrate in Italia, nel triennio 2010/2012, è l’Abruzzo come regione a guidare la classifica con un indice del 48,4 contro una media nazionale del 23,1 (per incidenza delle vittime rispetto alla popolazione lavorativa). I settori maggiormente colpiti sono l’agricoltura, interessata dal maggior numero di morti bianche (36,5%) e le costruzioni (24,6%), ma dati particolarmente preoccupanti emergono anche con riferimento ad altri settori e per conseguenze limitate a casi, variabili in quanto a gravità, di parziale inabilità temporanea o permanente. Le cause principali degli incidenti mortali sono: le cadute dall’alto, il ribaltamento di veicoli e mezzi di trasporto (es. agricoli) e lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti. Nella quasi totalità dei casi di tratta di cause elementari, ma ripetute e cronicizzate, assunte in violazione di norme specifiche, ma anche di un gravissimo deficit di sensibilità e cultura rispetto ai temi della più generale tutela sui luoghi di lavoro”.