Sulmona. Il Parco Nazionale della Majella raccoglie il grido di allarme da parte del Wwf e del direttore del Parco Nazionale del Virunga in Africa, Emmanuel De Mérode, per i Gorilla di montagna che sono a rischio di estinzione.
La popolazione dei gorilla negli ultimi dieci anni è diminuita di circa il 75%, a causa dei bracconieri a caccia della loro carne, del commercio illegale di prodotti derivati e della deforestazione che ogni anno distrugge nel bacino del Congo ben 700.000 ettari di foresta. Oggi conta in tutto meno di 1.000 esemplari, e secondo le stime delle Nazioni Unite, questi primati rischiano la completa estinzione entro il 2025.
“Vogliamo dare un contributo fattivo alla lotta contro questi scempi, aderendo alla campagna internazionale del Wwf Italia ‘Adotta un gorilla’ con l’adozione simbolica di 9 gorilla. E’ un contributo limitato, ma che mira a rilanciare l’importanza della salvaguardia ambientale nel suo complesso ed a sensibilizzare in modo il più possibile diffuso queste importanti problematiche, che sono vicine a noi più di quanto pensiamo” dichiara Franco Iezzi, presidente del Parco Nazionale della Majella. Salvare i gorilla di montagna significa salvare il cuore verde d’Africa, poiché sul mercato del commercio illegale, un piccolo di gorilla può essere venduto ad una somma che va da 15.000 a 40.000 dollari nei mercati africani, la sua mano viene venduta come trofeo a meno di 6 dollari e un chilo di carne di gorilla vale da pochi centesimi a pochi dollari, mentre da vivo e in un habitat sano e vitale, ogni gorilla fa arrivare all’industria del turismo 25.000 dollari l’anno, che a pieno regime potrebbero essere 62.000, mentre l’indotto prodotto complessivamente dal turismo per i gorilla di montagna è di 22 milioni di dollari l’anno, e potrebbe arrivare fino 54,4 milioni di dollari l’anno, con gran parte del ricavato a sostegno dell’economia locale. Solo attivando programmi di tutela delle specie a rischio di estinzione, attraverso la cultura della salvaguardia della biodiversità e, nel contempo, della promozione delle proprie peculiarità territoriali, si riuscirà a risollevare le sorti di questi paesi nei quali la conoscenza e lo “sfruttamento” delle proprie unicità per uno sviluppo economico legato al turismo è per lo più assente.