“Il procedimento di Valutazione Impatto Ambientale risulta profondamente viziato”. E’ quanto emerge dai documenti in possesso di Legambiente, che ha incontrato il Ministero dello Sviluppo Economico ed ha chiesto, e ottenuto, dal Ministero dell’Ambiente l’accesso agli atti su Ombrina mare.
Alla luce dei divieti introdotti dal decreto Prestigiacomo, si legge in una nota “il Ministero dell’Ambiente avrebbe dovuto, in questo come in altri casi nazionali, chiudere tutti i procedimenti in corso alla data della sua entrata in vigore. Averli considerati, invece, come sospesi, ha vanificato lo scopo che si sarebbe voluto raggiungere con il decreto legge e prova come il Ministero dell’Ambiente sia stato particolarmente “sensibile” ai desiderata delle compagnie petrolifere.
“Questa conclusione è rafforzata dal parere che il Consiglio di Stato ha rilasciato a gennaio 2012, con il quale è stato chiarito inequivocabilmente il significato da attribuire ad alcune disposizioni contenute nel decreto Prestigiacomo” spiega Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo. “Come, ad esempio, cosa debba intendersi per ‘aree marine e costiere protette’, per ‘titoli abilitativi’ o per ‘provvedimenti di proroga’ dei titoli rilasciati. A tal proposito, risulta singolare anche l’atteggiamento del Governo Monti, e in particolare del Ministro Passera, che, a soli quindici giorni dal parere del Consiglio di Stato che nei fatti poneva fine alla questione Ombrina Mare, ha ritenuto di modificare il decreto Prestigiacomo e le disposizioni in campo ambientale, sanando e riaprendo la procedura della Medoilgas senza dar seguito pienamente a quanto richiesto da Consiglio. Tutto questo potrebbe inficiare non solo la vicenda Ombrina mare, ma gran parte dei procedimenti riavviati nel 2012”.
Tutte argomentazioni che saranno portate avanti da Legambiente sabato nell’ambito della riunione del coordinamento nazionale NO TRIV che si svolgerà nell’auditorium Petruzzi di Pescara a partire dalle 16.30.
IL PD DA’ MANDATO AI PARLAMENTARI DI MODIFICARE DECRETO SVILUPPO
“Abbiamo chiesto ai nostri parlamentari di presentare una proposta di legge per modificare il decreto sviluppo che ha determinato la ripresa della procedura autorizzatoria di Ombrina Mare 2, e di intervenire presso il governo per bloccare l’iter di questa e di altre autorizzazioni a perforare la costa abruzzese. La scelta dell’economia verde, della sostenibilità, del turismo e dell’agroalimentare di qualità è per noi irrinunciabile”. Ad affermarlo è il segretario regionale del Partito Democratico Silvio Paolucci. “Abbiamo espresso questa posizione in maniera partecipata e democratica” aggiunge “discutendone nella riunione di ieri della direzione regionale, e abbiamo ribadito la nostra contrarietà a qualunque ipotesi di petrolizzazione della costa abruzzese, così come hanno anticipato i nostri consiglieri regionali nei giorni scorsi. Non è una scelta di integralismo ecologista, ma una posizione ragionevole che punta a dare una svolta all’economia della nostra regione investendo con decisione e senza tentennamenti verso le energie rinnovabili, il turismo sostenibile, la bioedilizia, l’agroalimentare di qualità che resta fra le pochissime voci che migliorano le proprie performance nelle esportazioni. Gli idrocarburi e i petrolchimici, nel 2013, appartengono al passato. E sulla costa teatina il futuro per noi si chiama Parco nazionale della Costa dei Trabocchi, ancora bloccato a causa della Regione: con il Parco vogliamo dare forza, risorse, energie e opportunità di marketing alla commercializzazione del turismo e dell’agroalimentare. L’Abruzzo deve percorrere con decisione le strade del cambiamento senza brusche inversioni di marcia: il PD si batterà in ogni luogo, così come ha fatto contro il Centro Oli, per aiutare gli abruzzesi a scegliere la strada della sostenibilità e del futuro”.