Donne e politica, quale rappresentanza in Abruzzo?

donna-al-lavoroUn quadro sconfortante e deludente per le donne. È quanto emerge dalle liste dei candidati presentate in Abruzzo, analizzate dal comitato teramano “Se Non Ora Quando?”.

I dati riferiscono, infatti, una situazione negativa che non cambia la condizione delle donne abruzzesi in politica. Troppo poche e non adeguatamente posizionate: 37 liste, tra Camera e Senato, per 21 seggi.

“Non basta la presenza delle donne nelle liste elettorali” commenta Monia Pecorale “ciò che fa la differenza è la loro posizione all’interno delle liste stesse, la famosa alternanza all’interno delle liste e, magari, non iniziando sempre da un uomo”.

Le poche donne presenti sono per la maggior parte delle liste, inserite nelle ultime posizioni. L’unico partito che ha applicato il criterio dell’alternanza è Sel, pur se inizia la lista alla Camera con due uomini. Il panorama delle liste pone, in senso positivo, anche il Pd e Rivoluzione Civile con le candidature del 48% di donne (10 donne su 21 candidati tra Camera e Senato). Su 356 solo 94 sono le candidate pari a poco più del 25%. Al Senato, le candidate sono 33 su 116 e alla Camera sono 61 su 240. Va meglio al Senato, ma è un dato positivo solo in apparenza: le donne hanno, comunque, meno possibilità di essere elette essendo inserite nelle posizioni basse delle liste. È chiaramente uno specchietto per le allodole! Su 37 liste presentate (tra Senato e Camera), solo 6 donne sono capolista, pari ad un vergognoso 16% e tra le 6, molte sono “designate” da Roma e non sono, quindi, rappresentative del territorio abruzzese. Maglia nera alle liste di Oscar Giannino, di Carlo Masci e della Lega Nord, seguite da La Destra e dal Movimento 5 stelle.

“La sottorappresentazione delle donne è un problema della società tutta” aggiunge Pecorale. “Le donne e i loro bisogni, le loro necessità non sono rappresentate. La politica italiana si conferma elitaria, nel senso che solo le donne che possono permettersi economicamente di fare politica vi possono accede-re. La stragrande maggioranza delle donne è esclusa. Se le donne presenti in politica continuano a essere così poche, non avranno al forza per imporre scelte e strategie politiche, economiche, sociali diverse e a misura di donna. A chi sostiene che le donne non ci sono perché non si interessano di politica per loro volontà, il ‘Comitato Se Non Ora Quando?’ di Teramo risponde che le donne hanno mille motivi per allontanarsi da una politica lontana dai problemi reali, da modi e tempi respingenti, da logiche di partito che nulla hanno a che vedere con il bene della collettività. Ciò che è vero, però, è che le donne devono fare la loro parte e, consapevoli di quanto accade sulle loro teste, devono tirare fuori il coraggio assumendosi la responsabilità e l’impegno di gestire la cosa pubblica. È indispensabile che le donne non abbiano più un ruolo di spettatrici, ma che diventino agenti del cambiamento”.

 

 

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