Pescara. La proposta transattiva che ieri ha riaperto la trattativa tra la Provincia e l’associazione sportiva Orione riaccende le speranze per la riapertura immediata della piscina provinciale. Per ravvivare quella fiammella, in cinquanta, tra disabili e genitori, oggi pomeriggio hanno tenuto una fiaccolata davanti a Palazzo di Marmi per richiedere al presidente Testa: “Ridateci l’unica piscina pubblica della città”.
La pioggia e il vento ha spento più volte le loro fiaccole. E loro le hanno insistentemente riaccese, così come insistono nel tentativo di convincere l’amministrazione provinciale a scavalcare gli ostacoli burocratici e restituire alla città l’unica piscina pubblica esistente. Quella di via Einaudi, di proprietà della Provincia e gestita dall’associazione sportiva Orione, almeno fino al 15 dicembre scorso. Da quel giorno, da quando la dirigente provinciale del settore Edilizia Scolastica ha notificato un avviso di risoluzione del contratto per inadempienze conteggiate in 350mila euro, l’Orione è stata sfrattata dalla piscina provinciale. A bordo vasca, in occupazione ormai da 40 giorni e 40 notti, è rimasto solo il presidente Matteo Iacono, caparbio a portare avanti la battaglia della compensazione per le spese sostenute e non riconosciute e per il servizio fornito all’adiacente istituto scolastico Volta senza retribuzione in dieci anni di gestione.
Fuori dall’acqua sono rimasti gli oltre 100 ragazzi disabili che da Iacono e dai suoi associati vengono assistiti e integrati socialmente anche attraverso l’attività lavorativa, oltre alla terapia sportiva. I loro genitori, insieme alle tante persone dei quartieri periferici che attorniano la piscina pubblica, e che la frequentano senza dilapidare i patrimoni richiesti dai fitness center privati, dopo aver raccolto già 500 firme, quest’oggi sono corsi a bussare alla porta di Testa, che li ha incontrati lasciando sempre più aperto l’uscio alla speranza. Già ieri è stata offerta all’Orione una proposta transattiva che ribassa del 30 per cento i crediti dovuti per le utenze non volturate, quindi restituire 70mila euro di bollette pagate dalla Provincia versando 5mila euro mensilmente.
“Al di là del contenzioso, mettetevi una mano sul cuore e pensate a questi ragazzi”, dice la madre di un ragazzo autistico, “loro non possono scegliere di andare in un’altra piscina”, insiste la madre di una ragazza tetraplegica guardando in lacrime Testa. Il racconto della manifestazione nel nostro video.
Daniele Galli