L’anno, che ormai volge al termine è stato caratterizzato da una molteplicità di fenomeni climatici ed atmosferici che stanno facendo in modo che il 2012, sia ricordato anche per una serie di “anomalie” che segnano a detta di molti ricercatori ed esperti la conclamazione di un evidente mutamento già in atto, a dir il vero, da diverso tempo sul Pianeta.
Ma se questa sensazione di imprevedibilità che si avverte dovesse essere ancora confermata nel tempo, si dovrebbero riscrivere davvero, e in modo serio, le dinamiche che ci stanno rapidamente conducendo in questa specie di “nuova era”. Uno dei sistemi che ci possono aiutare a capire in quale direzione il clima si stia predisponendo è senz’altro una maggiore comprensione dei fenomeni ad esso legato. Per questa ragione ho pensato di intervistare in questo numero, Antonio Sanò, direttore del sito IL METEO.IT che rappresenta per la meteorologia italiana, e non solo, un vero e proprio punto di riferimento. Accostando alle sue previsioni un sillogismo azzardato, direi che è una vera e propria cartina tornasole, per la precisione, la puntualità e l’affidabilità delle sue anticipazioni sul tempo che farà.
Dott. Sanò, il suo sito Il meteo.it, dunque, è ormai diventato, meritatamente aggiungerei, un vero e proprio punto di riferimento in Italia, ma ci racconti innanzitutto come nasce la passione per questa affascinante Scienza.
“Ho iniziato da semplice appassionato nel 1999 a soli 25 anni ancora laureando in ingegneria a scrivere articoli e previsioni meteo per un piccolo sito. Nel 2000 ho registrato Il meteo.it a mio nome, ma all’inizio sono stati anni molto difficili senza risorse e solo con la passione che coltivavo sin da bambino affascinato soprattutto dai fenomeni naturali e meteo appunto, in particolare della neve e dei temporali. All’inizio il sito era un blog poi con gli anni è cresciuto . Poi tra il 2000 e il 2003 sono andato a studiare modelli matematici per la meteorologia nell’università di Belgrado che ha una lunga tradizione in questo settore e lì ho stretto amicizia con un luminare: il Dott. Ivan Ristic con cui tuttora elaboriamo modelli matematici per le previsioni meteo . Oggi “Il meteo” possiede un centro di calcolo autonomo ed è autofinanziato, dove si fa ricerca meteorologica avanzata”.
Come tutte le scienze, anche la meteorologia oggi, grazie all’ausilio delle nuove tecnologie ha fatto passi davvero notevoli verso una più precisa ed affidabile comprensione dei fenomeni. In tal senso, qual è oggi la nuova frontiera da raggiungere?
“Oggi le frontiere sono lo spazio e il tempo ovvero: in primis aumentare la precisione spaziale delle previsioni per descrivere condizioni locali ovvero i micro climi che caratterizzano il nostro territorio, addirittura raggiungendo una risoluzione di uno o due km al massimo, e in secondo luogo, aumentare i giorni di previsione ovvero l’orizzonte temporale delle nostre previsioni per superare previsioni a sette giorni fino ad arrivare ai quindici.”
Dal punto di vista un po’ meno empirico invece, quanto una corretta previsione ed informazione possono essere determinanti nelle situazioni più critiche, come nelle recenti alluvioni nel nostro Paese ad esempio?
“Il supporto delle previsioni meteo oggi è di fondamentale importanza, ha rilevanza economica enorme e può salvare vite umane. L’allerta meteo andrebbe fatta col maggior preavviso possibile e non solo 24 ore prima dell’evento e in modo generico. Certamente si può anche sbagliare ma dobbiamo coltivare una cultura del preallarme se vogliamo davvero progredire in questo obiettivo.”
Allargando il discorso. Il clima come è noto va via via assumendo sempre di più i caratteri dell’instabilità. Lei cosa ne pensa a riguardo?
“Il clima sta esasperando alcune caratteristiche già presenti alle medie latitudini. Ovvero estati sempre più calde ma con temporali locali brevi ma intensissimi , autunni piovosi con alluvioni o alluvioni lampo, inverni a tratti super nevosi, e in primavera rapido passaggio al caldo con fiammate di caldo già ad aprile…”
Quali importanti cambiamenti, anche dal punto di vista delle nostre abitudini, dobbiamo aspettarci dal prossimo futuro?
“Dobbiamo abituarci a fenomeni estremi anche se non ci è ancora chiaro se la causa sia l’uomo o se invece fa parte di una normale evoluzione del clima terrestre causata anche da importanti variazioni nel ciclo solare”.
Come ultima domanda, volevo chiederle come nasce l’idea di attribuire un nome, spesso legato alla mitologia antica, alle varie perturbazioni che interessano il nostro Paese? Semplicemente per un maggiore impatto mediatico, oppure ha un significato più profondo?
“Riagganciandoci ad una consolidata tradizione anglosassone e sicuramente mediaticamente più efficace, abbiamo deciso di iniziare ad assegnare dei nomi alle strutture di alta e bassa pressione. Per questa ragione abbiamo scelto nomi dalla nostra tradizione e dalla nostra letteratura che tuttavia hanno ancora qualcosa da insegnare, ma anche qualcosa in comune con questa o quella perturbazione o quell’anticiclone in arrivo. Gli anticicloni che portano il caldo hanno nome maschili così come Caronte era il traghettatore degli inferi così Caronte ci traghettò nel cuore dell’estate tra giugno e luglio . E Beatrice invece fu la perturbazione che spazzò via il gran caldo di Lucifero di fine agosto . I nomi femminili sono assegnati alle perturbazioni e ai cicloni che portano acqua che sono fonte comunque di vita anche se a volte un po’ troppo irruenti…”
E intanto si profila l’arrivo di una nuova perturbazione, stavolta si tratta di Medusa che porterà da mercoledì tanta pioggia al centro nord, acqua alta a Venezia e da giovedì, tanta neve fino a 1200m sulle Alpi occidentali in calo a 8/900m, e a 1600m su quelle orientali. Quota neve in forte calo anche dalle nostre parti sugli Appennini. Dunque non resta che preparare i cappotti perché stavolta l’inverno sembra arrivare davvero.
Marcello Perpetuini