Medea flagella ancora una volta il Teramano e a pagarne le conseguenze è sempre la costa che mostra la sua vulnerabilità. Da ieri sera i vigili del fuoco di Teramo e dei distaccamenti di Roseto e Nereto sono al lavoro per liberare dall’acqua scantinati, sottopassi e strade completamente allagati. Diverse le richieste di aiuto per liberare le auto dall’acqua.
Per il momento, segnala la polizia stradale, non si registrano particolari disagi alla circolazione. La situazione piu’ critica si registra lunga la costa sud da Roseto a Silvi. Qui si concentra la maggior richiesta di interventi.
Nel Teramano piove incessantemente da ieri sera con alternanza di nubifragi che rendono difficile anche la visibilità lungo le strade. Dalle colline della Val Vibrata scendono acqua e fango che hanno invaso le strade. Resta per il momento tranquilla la situazione all’interno. I fiumi sono sotto controllo.
Nel pomeriggio-sera le previsioni meteo non preannunciano nulla di buono e la situazione potrebbe peggiorare nelle zone già in difficoltà.
L’Anas comunica che, a causa di un allagamento dovuto alle piogge intense, è stato provvisoriamente chiuso al traffico il tratto della strada statale 16 “Adriatica” compreso tra il km 428,800 e il km 430,000, in provincia di Teramo. Il traffico è stato deviato sulla viabilità locale.Sul posto è giunto personale dell’Anas e della Polizia stradale per ristabilire al più presto le normali condizioni di viabilità.
A causa del fango depositatosi sul manto stradale per le avverse condizioni meteorologiche, è stato provvisoriamente chiuso al traffico il tratto della strada statale 81 “Amalfitana”, compreso tra il km 71,000 (Cellino Attanasio) e il km 73,000 (Montefino). Il traffico è stato deviato sulla viabilità locale. Sul posto è giunto personale dell’Anas e dei Carabinieri per ripristinare al più presto le normali condizioni di viabilità.
E’ stato inoltre chiuso al traffico il sottopasso di Mosciano Sant’Angelo della Teramo-Mare che, come accaduto nel marzo 2011, si è nuovamente allagato. Il traffico è stato deviato sulla statale 80, dove comunque si riscontrano disagi causati dal fango che ha inondato le carreggiate proveniente dalle colline circostanti
Situazione particolarmente critica a Giulianova, dove si sta allagando un’ala della scuola materna del bivio Bellocchio. Chiuso, inoltre, il sottopasso di via Ippodromo e problemi si stanno verificando anche in via Nievo.
Allagamenti anche a Tortoreto, dove si è allagato il sottopasso di via Da Vinci, dove un’auto è rimasta sepolta dall’acqua. Acqua ed auto in panne anche nel sottovia che collega il centro commerciale Val Vibrata con il Parco Arcobalneo e l’A14. A Tortoreto, in collina, in via Muracche un albero è caduto finendo sulla strada mentre molte strade di collina sono diventati fiumi di fango e acqua. Sempre a Tortoreto, sul lungomare Sirena, nella zona centrale, il veto ha fatto cadere un palo della luce sulla strada.
A Silvi è straripato il torrente Cerrano, SS 16 bloccata a causa dell’allagamento delle strade circostanti. Il torrente ha superato gli argini a causa delle abbondanti piogge che stanno interessando il territorio da mercoledì scorso, e si è riversato interamente sulle strade circostanti, causando allagamenti anche nei pressi delle abitazioni vicine. Subito allertate protezione civile, croce rossa e vigili urbani, che prontamente, hanno chiuso la SS 16 dal bivio per Silvi Paese, fino al centro commerciale Universo. La pioggia non accenna a diminuire, diversi i punti allagati sul territorio silvarolo, tra cui la pineta, dove sfocia il torrente Cerrano e la zona nord.
A rischio esondazione anche il torrente Concio, che rischia di superare gli argini alla foce da un momento all’altro. Sulle spiagge si sono depositati diversi detriti, tra rami e altri ingombranti che sono finiti a mare spinti dal forte vento. In questo momento si stanno adoperando tutte le contromisure, al fine di impedire altri danni al territorio. “Siamo intervenuti prontamente” dice il sindaco Gaetano Vallescura. “Stiamo prendendo le dovute contromisure, al fine di garantire la sicurezza e successivamente il ripristino della viabilità, nei tempi più celeri”.
A Pineto prosegue senza sosta l’attività dell’amministrazione comunale per scongiurare i gravi disagi causati dalle violente piogge che si sono abbattute sul territorio. Durante i lavori di verifica sotto piazza Sant’Anna nel Quartiere dei Fiori, i tecnici del Comune hanno rintracciato la causa dei danni provocati alla zona in questione. Si tratta di un canale di raccolta delle acque bianche completamente ostruito da terra, rami e foglie provenienti dalle campagne circostanti. “Questo episodio conferma che gli allagamenti dei giorni scorsi sono stati provocati anche dalla negligenza e noncuranza dei proprietari dei terreni delle colline pinetesi” afferma il sindaco Luciano Monticelli. “Lo stato del canale interrato, infatti, dimostra che il regolamento di Polizia Rurale varato qualche mese fa è stato disatteso dai diretti interessati”. Il regolamento, che prevede l’accurata manutenzione di tutti i canali delle aree rurali, è stato infatti ampiamente illustrato in diversi incontri pubblici e ne abbiamo inviato una copia a tutte le aziende agricole del territorio. “E’ evidente che da questo momento” prosegue il primo cittadino “sarà nostra cura intensificare i controlli per individuare e sanzionare i reali responsabili e per farlo alcuni agenti di Polizia Municipale saranno impegnati esclusivamente nel controllo dell’attuazione di quanto disposto dal regolamento. Non vogliamo colpire nessuno, ma è necessario responsabilizzare tutti a tutela della collettività e del territorio”.
Ad Alba Adriatica, in via Siena, un turista di 57 anni di Verona ha rischiato di morire annegato in ascensore. Stava scendendo al piano seminterrato quando è stato travolto dall’acqua restando bloccato all’interno. E’ stato salvato dai vigili del fuoco mentre sul posto sono arrivati anche i carabinieri. Il vano ascensore era pieno d’acqua e la cabina non ha fatto altro che aumentare il volume del vano stesso facendo penetrare a pressione l’acqua all’interno.
Allagato anche il canile di rifugio, con decine di cani rischiano la vita. Molti morirono nel marzo del 2011 per l’alluvione che colpì duramente la zona che fece esondare il torrente Vibrata che lambisce la struttura. Ora si vive nuovamente il pericolo e la preoccupazione è davvero tanta. I volontari di Canalba che gestiscono il ricovero per cani hanno chiesto l’intervento dei soccorsi. A dare manforte sono arrivati i volontari con le idrovore oltre alla Croce Rossa e alla Croce Bianca. Sulla costa il mare rigonfio ha scaricato materiale sulla battigia, erodendo, a causa anche del forte vento, tratti di bagnasciuga. Situazione particolarmente critica ad Alba Adriatica, specie nella zona nord del litorale.
A Ripattoni di Bellante è crollato parzialmente il tetto di una casa ed un’intera famiglia è stata evacuata. Una donna di 76 anni ed i due figli di 53 e 55 anni che vivono con lei, in condizioni di indigenza economica, sono stati costretti a lasciare l’abitazione per questioni di sicurezza su disposizione del Comune. Sono stati ospitati temporaneamente in un agriturismo della zona. I carabinieri hanno effettuato un sopralluogo.
Strade chiuse a Nereto. Il Sindaco Stefano Minora ha disposto il controllo delle situazioni più critiche, all’ ufficio tecnico manutentivo che con il Responsabile Geom. Severino Di Donato insieme agli operai e all’assessore ai lavori pubblici Daniele Laurenzi, che hanno effettuato ricognizioni sul territorio. Alcune situazioni di difficoltà, hanno imposto al sindaco di emettere delle ordinanze di parziali chiusure per alcuni tratti stradali. Eccoli nel dettaglio: il ponte in via Vibrata sul confine del territorio comunale di Nereto e Sant’ Omero, si è verificata una situazione di pericolo dovuta all’ ostruzione della campata del ponte derivante da materiale pesante trasportato dalla piena dell’ acqua, che costituisce grave pericolo per la staticità del ponte stesso; sulla strada provinciale 8/A Via l° Maggio ulteriore erosione oltre quella già verificatasi durante l’ alluvione del mese di marzo 2011, causando un aggiuntivo restringimento della carreggiata ; via della Fonte strada provinciale, ulteriore erosione oltre a quella già verificatasi durante l’ alluvione 2011, causando un aggiuntivo restringimento della carreggiata; strada comunale Via Rote, erosione di parte della carreggiata con possibili frane che determinano la intransitabilità della stessa. Altri inconvenienti fronteggiabili con mezzi propri, che nell’ insieme aggravano la già critica situazione territoriale pubblica ma anche di molti privati che hanno subito ingenti danni. “Ringrazio il pronto intervento della Provincia di Teramo e non per ultimo dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Nereto” spiega il vicesindacoo Daniele Laurenzi, “ e del Comando provinciale di Teramo nella persona del Comandante Ing. Daniele Centi che assieme ad altri vigili del fuoco si è recato personalmente a Nereto per verificare le situazioni”.
LA PROVINCIA DI TERAMO INFORMA. Le piogge alluvionali hanno fatto scattare l’allarme in tutta la provincia teramana. I fiumi, in particolare, sono al livello di guardia: l’assessore alla viabilità Elicio Romandini è in continuo contatto con la Protezione Civile e l’assessore regionale Giuliante mentre con la Prefettura si sta valutando una richiesta d’aiuto all’esercito. “La Protezione civile ci ha inviato 12 idrovore che sono al lavoro sulla costa sui sottopassi” dichiara l’Assessore. “Come Provincia tutta la nostra attenzione e le nostre forze, al momento, sono concentrati sui fiumi perchè sono a livelli di guardia e in alcuni punti, come a Borgo Santa Maria di Pineto, si temono esondazioni verso le case. Situazioni molto difficili anche sul Salinello, sul Vibrata, sul Tordino e sul Mavone. Per adesso il Calvano non ha straripato e il ponte Zappacosta sta tenendo anche perchè stiamo deviando le acque a monte. Il problema vero è che siamo con pochi uomini e pochi mezzi e anche per questo ho chiesto al Prefetto di valutare l’intervento dell’Esercito“. Al momento le strade chiuse sono la strada provinciale 27 a Casoli, la provinciale 28 Atri-Pineto; sono chiusi praticamente tutti i sottopassi delle cittadine costiere, chiuso il tratto della provinciale sul Borsacchio, la provinciale 15 Collepietro, la provinciale 1F di Controguerra, provinciale 13 a Bellante, la provinciale 12 Collerenti, la provinciale 12 di Sant’Omero.
Teramo, nel pomeriggio riaperte numerose strade provinciali; chilometri di fango sulle carreggiate
Chiusi per precauzione fino a domani i due ponti sul Vomano: a Fontanelle e a Castelnuovo lungo la 553 mentre sono state riaperte molte provinciali dove, comunque, occorre transitare con attenzione a causa dei depositi di fango sulle carreggiate. Rimangono chiuse – rispetto alla comunicazione inviata questa mattina – la 1/F tratto Torano Tronto invasa da chilometri di fango e terra e la provinciale 10 all’altezza di Villa Maggi.
“Continuano a rimanere sotto osservazioni i corsi fluviali ma, al momento, la situazione critica sembra essere solo quella che si registra sul Vomano le cui acque sono ingrossate anche a causa dei rilasci dell’Enel che deve abbassare il livello della diga di Piaganini – dichiara l’assessore alla viabilità Elicio Romandini che da questa mattina è in giro sul territorio con le squadre dei tecnici e degli operai– naturalmente non mancano i disagi sia a Pineto che in molte altre cittadine, soprattutto della costa, dove si registrano numerosi peisodi di allagamento. Per quanto ci riguarda continueremo a lavorare per togliere il fango dalle strade ma continuo a raccomandare molta prudenza perché non riusciamo a garantire una adeguata apposizione della segnaletica di sicurezza. Il Calvano ha tenuto anche se la zona di Borgo Santa Maria è una di quelle che ha avuto più problemi. L’ordinanza riguardante i due ponti sul Vomano prevede che rimangano chiusi fino a domani pomeriggio ma continueremo a monitorare il fiume tutta la notte e se sarà possibile ne riapriremo almeno uno per garantire il collegamento fra le due sponde”.
Pescara paralizzata dalla pioggia
Vigili del fuoco super impegnati per fronteggiare gli allagamenti, così come la polizia municipale il cui comando è rimasto aperto tutta la notte. Proprio dalla polizia municipale annunciano che i problemi principali con gli allagamenti si sono verificati in zona stadio, la più a rischio in caso di pioggia, via fonte Romana, dove si è aperta voragine davanti a un’edicola, via Ferrari e via Caravaggio, piazza Duca degli Abruzzi e riviera Nord.
Il vento forte ha trascinato alcuni cassonetti dei rifiuti a valle, nella zona dei colli, e molte strade sono inaccessibili a causa dell’acqua alta, compreso il piazzale antistante la stazione ferroviaria. Strade bloccate pure in pieno centro dove i commercianti hanno addirittura sistemato in strada tavoli, sedie e una scala per evitare l’accesso alle auto. Traffico in tilt proprio a causa di questi problemi.
Il livello del fiume Pescara è sotto controllo e per ora non sono stati registrati problemi.
A causa della pioggia abbandonate, sono stati chiusi, all’ospedale di Pescara, la Radiologia, che sta assicurando solo le urgenze, la Medicina nucleare e la Radioterapia, i cui locali si sono allagati. Sul posto ci sono i vigili del fuoco, chiamati a rispondere a moltissime richieste di intervento per allagamenti. Dall’ospedale è partita la richiesta di collaborazione, essendo fuori uso la Radiologia, agli ospedali di Popoli e Chieti.
Centralini intasati per i vigili del fuoco, che hanno tutte le squadre impegnate a fronteggiare le richieste di intervento per gli allagamenti. Sono almeno 12 le squadre a lavoro in città per liberare i sottopassi e le abitazioni a piano terra invasi dall’acqua piovana. Problemi anche per l’acqua che dalla collina si sta riversando a San Donato, verso via Tirino. Sono saltati fogne e chiusini e questa rappresenta un’altra emergenza da fronteggiare. I vigili del fuoco devono fare i conti, poi, con l’acqua alta che si è creata nel piazzale della sede del comando provinciale, in viale Pindaro: c’è una maxi pozzanghera alta 50 centimetri, che non si sa dove far defluire.
Il Comune e la polizia municipale stanno, intanto, provvedendo a liberare le aree golenali del fiume Pescara, nord e sud, dove sono parcheggiate molte auto. E’ alto, infatti, il rischio di esondazione del corso d’acqua.
A Montesilvano, due persone sono state tratte in salvo dai carabinieri. Si tratta di una donna rimasta bloccata, nella sua auto, nel sottopasso di via Saragat. L’acqua arrivava fino al finestrino e ha cominciato ad invadere l’abitacolo. Ha deciso quindi di mettersi in salvo salendo sul tettuccio dell’auto, dove l’hanno recuperata i carabinieri. Una pattuglia dei militari dell’Arma è intervenuta anche al confine con Cappelle sul Tavo, per soccorrere un disabile in carrozzella. L’uomo si trovava in un seminterrato, dove l’acqua era salita fino ad arrivargli alle ginocchia. Il nipote non ce l’ha fatta a tirarlo fuori e i carabinieri hanno provveduto portandolo all’esterno in braccio
Cna. A Pescara e Montesilvano sottovalutata allerta. “Le previsioni meteorologiche si chiamano così perché permettono di conoscere anticipatamente che tempo farà. Ma la loro lettura preventiva sembra sia esercizio sconosciuto ai nostri amministratori locali». Lo afferma il direttore della Cna di Pescara, Carmine Salce, secondo cui “non esiste giustificazione alcuna di fronte all’ennesimo, desolante spettacolo di impreparazione a fronteggiare l’emergenza, offerto dalle principali istituzioni locali pescaresi in queste ore”. Scene di strade allagate modello canali di Venezia, di attività produttive in ginocchio, di traffico in tilt – prosegue – potevano e dovevano essere risparmiate alla nostra comunità, solo che si fosse predisposta per tempo una struttura di intervento degna di questo nome”.
“Una struttura – aggiunge Salce – che senza nulla togliere al lavoro incessante e all’impegno profuso in queste ore dagli uomini in divisa, dai volontari e dai dipendenti delle società di gestione dei servizi, avesse provveduto, tanto per citare un caso, a liberare i tombini intasati del centro della città di Pescara non a mattino inoltrato, ma già nella notte o alle prime luci del mattino. Permettendo all’acqua di defluire regolarmente e non allagare negozi, androni, scantinati”.
“La stessa critica – conclude Salce – coinvolge, evidentemente, anche l’amministrazione comunale di Montesilvano, colta anch’essa impreparata di fronte al primo acquazzone autunnale, come mi è toccato di constatare di persona questa mattina, mentre tra mille difficoltà cercavo di attraversare la città per raggiungere Pescara. Nelle prossime ore, verosimilmente interessate dal proseguimento del maltempo, verificheremo se la lezione di questa notte ha prodotto qualche effetto su chi ha pubbliche responsabilità”.
Confesercenti: 800 attività in ostaggio. Tante sarebbero, secondo il direttore provinciale Confesercenti Gianni Taucci le attività commerciali di Pescara e Montesilvano “ostaggio degli allagamenti che, come ampiamente temuto, stanno trasformando la più grande area metropolitana del Medio Adriatico in una ampia pozzanghera”. “Questa situazione”, afferma in una nota, “è il risultato di decenni di urbanistica scriteriata di cui, oggi, i commercianti, gli artigiani, i titolari di pubblici esercizi stanno pagando il prezzo più alto. E nonostante gli allarmi, le proteste e gli appelli, resta la spada di Damocle del fiume a rischio esondazione. “Ora si superino le emergenze”, annuncia Taucci, “da domani, ci metteremo al lavoro per valutare se esistono gli estremi di una class action contro i responsabili”. E una ventina di negozianti pescaresi si è presentata stamattina, decisamente indignati, nelle stanze del vicesindaco Fiorilli. Piccoli e grandi commercianti ed esercenti di via Marconi, viale Pepe, via Tinozzi e via Elettra, le zone più martoriate e mai risparmiate dagli allagamenti: ormai stufi di dover chiudere le saracinesche e piazzare le paratie alle porte, hanno deciso di protestare in Municipio. Ma a Fiorilli non è rimasto altro da fare, che dire loro di pazientare l’inizio di ottobre per vedere partire, dopo decenni d’attesa, il maxi cantiere per il piano antiallagamenti progettato dall’amministrazione Mascia.
MEDEA NON SI FERMA
Ma il capoluogo adriatico, prima di prepararsi ad altre 24-30 ore di allerta prospettate dalla Protezione Civile, deve ancora scrollarsi di dosso il fango e i disagi che ha dovuto tappare durante tutto il pomeriggio. Alcune ore di tregua hanno potuto scongiurare il peggior esito minacciato dal fiume, che con il livello salito di oltre 25 centimentri in sole 3 ore ha tracimato in via Aterno, ma l’allarme è rientrato in poco tempo. Resta difficile la situazione nella zona dello Stadio, in viale Pepe, nel tratto compreso tra via Croce e via Marconi, dove però sono tornati transitabili i marciapiedi, la stessa via Marconi, e via Elettra. In viale Pindaro, al momento, l’acqua è quasi tutta riassorbita, ma non si può escludere che nuovi acquazzoni ricreino gli stessi problemi di stamattina. La Protezione civile comunale sta provvedendo a sistemare sacchetti di sabbia a ridosso delle zone più critiche per sostenere l’opera di assorbimento dell’acqua che a fatica scende nella rete fognaria. Ancora transennate le voragini aperte nell’asfalto nel perimetro attorno all’ospedale civile. Nel pomeriggio i mezzi della Attiva hanno lavorato instancabilmente su tutta la città, da via Calore, una traversa di via Tiburtina, a via Aterno-via Tavo, mentre con le pompe aspiranti si sta cercando di assorbire l’acqua nel sottopasso di Fontanelle. Il varco, alto più di 3 metri, è stato completamente sommerso già alle 9 di stamani, quando un automobilista è rimasto impantanato, e sono intervenuti i sommozzatori dei vigili del fuoco per cercare di estrarre il veicolo. Il tunnel resta tuttora chiuso alle auto, così come è transennato l’accesso su via Fontanelle lato Tiburtina. Nella stessa zona, ma sul versante di via Tirino, il fango trasportato dalle colline ha inondato cortili e giardini, costringendo i residenti a spalare per sgomberare gli ingressi. Camion per lo spurgo sono intervenuti anche presso la centrale della Wind. Ancora critica il livello dell’acqua sulle strade del quartiere popolare di San Donato. Alle 18:30, invece, la gru dei vigili del fuoco ha rimosso il pino secolare caduto questa mattina alle su un’auto parcheggiata tra le ex case Ina di via Rigopiano. Sulla stessa via, già ieri sera, tre auto sono finite all’interno di uno dei tombini saltati durante il primo nubifragio, così come il forte vento della notte scorsa ha anche divelto un palo della segnaletica piombato su un’auto in sosta in corrispondenza dell’Agip situato tra via Marconi e viale Pindaro. Salendo sui colli, che si sono trasformati in torrenti capaci di trascinare i cassonetti dell’immondizia a valle, altre due voragini si sono aperte di nuovo in via Di Sotto, dinanzi alla Conad, e poi all’incrocio tra via Monte Faito e via Monte Pagano, dove la condotta fognraria ha ceduto in più punti.
E se già si sono registrate precipitazioni record nelle prime 24 ore, nella zona dei Colli sono caduti 174,1 millilitri di pioggia e a San Silvestro 169,6 millilitri, per domani non c’è da sperare in meglio. Restano chiuse al traffico, sino a domattina, le due golene, nord e sud, dove ci sono le transenne a impedire il passaggio dei mezzi, e restano chiusi, anche domani, i parchi cittadini.
Durante la notte, fortunatamente, sono tornati operativi i reparti di radiologia dell’ospedale pescarese, dove sono stati anche fatti rientrare i pazienti trasferiti in altri nosocomi. Si teme, invece, per la conservazione dei grossi reperti di cetacei custoditi nel museo del mare: la pioggia si è infiltrata dal soffitto e ha bagnato lo storico scheletro di capodoglio, gioiello della struttura.
EMERGENZA SAN VITO
Ma la violenza di Medea, al secondo giorno di precipitazioni ininterrotte, si è concentrata sulla costa a sud della regione. Lanciano, Vasto e San Vito sono martoriate pesantemente da allagamenti e colate di fango. A Vasto, tra Monteodorisio e Cupello, un fiume di detriti ha inondato la strada provinciale Istonia, interrompendo la viabilità ripristinata, a passo d’uomo, solo dopo ore di lavori. Smottamenti anche sulla 152 a Castiglione Messer Marino e sulla Fondovalle Sinello. Ma è San Vito lo scenario peggiore: è il sindaco Rocco Catenaro, che quantifica danni diffusi per 1 milione di euro, ad aver chiesto lo stato di calamità naturale. Intanto il presidente dell’Unione delle Province Abruzzesi Enrico Di Giuseppantonio ha chiesto al presidente della Regione Gianni Chiodi “di farsi promotore presso il Presidente del Consiglio Mario Monti dell’apertura di una “vertenza Abruzzo” che si traduca in uno stanziamento straordinario di fondi a favore dei nostri territori”. “Alle Province e ai Comuni, messi con le spalle al muro da nuove emergenze, non resta che alzare le braccia: così non possiamo più andare avanti, abbiamo le casse vuote”, sottolinea il Presidente Di Giuseppantonio, “e credo che quando inizierà la conta reale dei danni prodotti da questa ondata di maltempo saremo definitivamente in ginocchio. Per questo invochiamo un intervento del Governo e ci affidiamo alla sensibilità del Presidente Monti perché l’Abruzzo da solo non riesce più ad affrontare le emergenze”.
PESCARA: COME FARSI RISARCIRE I DANNI
Non sarà un’ammissione di colpa, ma la scelta del Comune di Pescara di risarcire cittadini e negozianti danneggiati da fango e allagamenti scende dal cielo, dopo tanta pioggia, come una manna su tanti pescaresi. “Chiunque nel corso del nubifragio avesse subito allagamenti con relativi danni economici”, ha annunciato oggi l’assessore alla Protezione civile Fiorilli, “potrà rivolgersi a partire da lunedì 17 settembre al nostro ufficio legale o all’Urp per ritirare i moduli necessari per denunciare i danni patiti con la relativa valutazione. Ovviamente”, consiglia il vicesindaco, “sarebbe opportuno allegare all’istanza anche una documentazione fotografica degli stessi danni subiti. In questo modo manderemo avanti le pratiche risarcitorie”. Oggi sono continuati i disagi, con la zona dello stadio nuovamente allagata dalla ripresa della pioggia di questa mattina. Allagato anche il sottopasso di via Raiale, chiuso nella notte e riaperto al traffico dopo mezzogiorno, mentre le golene nord e sud già in prima mattinata. Chiusa al traffico anche metà carreggiata di via Ventre d’Oca, sul colle di Fontanelle, invasa da una frana. E I vigili del fuoco hanno lavorato tutto il giorno anche per risolvere il paradossale allagamento del sottopasso di via Fontanelle: è stato un balck out della pompa di sollevamento che ha smesso di drenare la pioggia a far alzare il livello dell’acqua oltre i 3 metri, che hanno sepolto un’automobile. E purtroppo prima che l’Aca possa riattivare la pompa stessa si dovrà riassorbire tutta l’acqua visto che i quadri elettrici si trovano nella parte bassa della piccola galleria: “l’episodio odierno”, ammette candidamente Fiorilli, “ha chiaramente fatto emergere la necessità di spostare immediatamente quel quadro elettrico, oltre che di installare un gruppo elettrogeno capace di alimentare l’impianto e garantirne il funzionamento anche in caso del blocco della linea elettrica generale”. Proprio per svuotare il tunnel, i pompieri hanno fatto lavorare per tutto il giorno una pompa che ha riversato l’acqua al di fuori. L’intervento più tempestivo, concluso già alle 11, è stato il rifacimento del tratto di strada di via Fonte Romana, dinanzi all’edicola antistante l’ospedale civile, dove ieri si era creata una voragine profonda un metro con la rottura della condotta lungo l’intera linea. Lunedì, poi, partiranno i lavori di ripristino sulla voragine di via Monte di Campli-via Monte Pagano e in via Di Sotto, ma secondo gli uomini della Attiva occorreranno almeno cinque giorni per riportare la città alla normalità e liberare tutti i tombini da foglie e aghi di pino.
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