L’Aquila. La Regione Abruzzo, in merito alle inchieste della Procura aquilana, in una nota precisa che:
”il capo di accusa per il quale Fabio Ferrante è sottoposto a indagine è quello individuato dall’art. 353 BIS del codice penale, ovvero “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” e non – come erroneamente riportato da alcune testate – “turbata libertà degli incanti” (art. 353 c.p.);
a Fabio Ferrante non è contestato il reato di falso (art. 479 c.p.); Fabio Ferrante non è coordinatore dell’intervento per il parco didattico del Lavino né del Masterplan dell’Abruzzo;
per quanto riguarda l’intervento per il parco didattico del Lavino, ad oggi è stata soltanto firmata la convenzione di programmazione finanziaria e di indirizzo amministrativo tra la Regione e il soggetto attuatore (la Provincia di Pescara); Fabio Ferrante non ha mai lavorato al Comune di Pescara; tutte le riunioni sull’argomento sono tecnologicamente documentate e rilevate con memoria remota”.
Ferrante è il 33esimo indagato dalla procura aquilana, su una serie di appalti gestiti dalla Regione.
Ferrante, 37 anni, è consigliere comunale di Lettomanoppello, paese di cui è originario come pure il governatore, Luciano D’Alfonso, anch’egli tra gli indagati, del quale è uno dei fedelissimi; è impegnato nello staff dello stesso presidente.
L’avviso di garanzia è legato al filone relativo ai lavori al parco didattico del Lavino a Pescara inserito nel Masterplan: l’avviso è stato notificato all’atto di un nuovo sequestro di documenti e atti nella sede della Regione Abruzzo in viale Bovio, operato dai poliziotti della squadra Mobile pescarese. Dal 2015 lavora nell’ufficio di presidenza di D’Alfonso, in comando dall’Ambito territoriale ottimale (Ato) 4 pescarese, dove è assunto come istruttore amministrativo.