Pescara. Polemica sulle nomine dei revisori dei conti dell’Arta: dopo il direttore, l’ex assessore regionale Amicone, i consiglieri d’opposizione Acerbo e Saia gettano accuse contro i neo incarichi affidati da Pagano a Sabatini e Seccia: consigliere e assessore fedeli al Pdl del sindaco Albore Mascia.
Maurizio Acerbo e Antonio Saia, consiglieri regionali della Federazione della Sinistra, lanciano strali a piene mani contro l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente; o meglio, contro la nomina firmata dal presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano che indice in nuovi revisori dei conti dell’Arta. “Dopo la nomina inopportuna di Mario Amicone a direttore (ex assessore regionale ai Trasporti per la Giunta Pace ndr.)”, dicono Saia e Acerbo, che lo definiscono “un genio delle scienze ambientali che la Regione paga due volte con lo stipendio da direttore e il vitalizio da ex-consigliere, la rivoluzione meritocratica di Gianni Chiodi e Nazario Pagano si rivela per l’ennesima volta una bufala: semplicemente la perpetuazione della tradizione di spartizione partitocratica”.
Parole dure, che si fanno anche più spigolose proseguendo a leggere la nota inviata dai due consiglieri: “Anzi è forse peggio perché, in questo caso, non si piazzano neanche dei professionisti qualsiasi ma direttamente degli eletti del Pdl che già occupano cariche amministrative”. Infatti tra i revisori nominati figurano Eugenio Seccia, assessore al bilancio del Comune di Pescara e Antonio Sabatini, consigliere comunale sempre a Pescara, nonché presidente della commissione Commercio, “entrambi del Pdl ed entrambi già retribuiti dalla comunità in qualità di pubblici amministratori”, commentano Saia e Acerbo”. Stoccate bipartisan, infatti proseguono: “Il terzo componente è Emilio Marzetti, da sempre revisore supergettonato dal Pds poi dal Pd. Anche i supplenti sono riconducibili ad appartenenze politiche ben definite”.
Accuse di “colonizzazione partitica” che non trova nessun risentimento personale, garantiscono i due esponenti di sinistra: “Capisco che finchè la legge rimane quella attuale è inevitabile che i nominati siano indicati dai partiti, ma un minimo di pudore imporrebbe che non si trattasse di amministratori in carica in altri enti”. “Ve li immaginate Seccia e Sabatini che fanno le pulci a Amicone magari dopo che la sera prima hanno partecipato alla riunione della coalizione?”, ironizzano, “Considerato che i vertici di enti, società, agenzie sono scelti dalla politica, ne consegue che i vigenti criteri di nomina sono all’insegna dell’illogico principio che il controllato nomina il controllore”, aggiungono Saia e Acerbo, che dal 30 novembre 2010 hanno depositato una proposta di legge “bloccata dalla maggioranza in Commissione che prevede di porre fine a questa tradizione di colonizzazione partitica. Proponiamo che tra i soggetti che abbiano i requisiti e ne facciano richiesta la selezione e nomina avvenga mediante la procedura del sorteggio pubblico. Teniamo a precisare che non si tratta di una provocazione ma di una modalità che consente di avere degli organi di controllo liberi dai condizionamenti della politica ai quali si acceda soltanto sulla base delle competenze”, concludono.
Daniele Galli