Parco Gran Sasso, Lolli: ‘Senza investimenti è impossibile la crescita’

L’Aquila. “Regione Abruzzo, Parco nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, Comune dell’Aquila e Comune di Pietracamela si battono all’unisono perché si attui il Piano del Parco: strumento necessario che permette finalmente di superare quelle norme che prevedono esclusivamente proibizioni e che impediscono di dare corso a quelle che sono le traiettorie consentite per lo sviluppo del Gran Sasso”.

Così il vice Presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, ha sintetizzato oggi il significato della presenza, in conferenza stampa, di tutti i soggetti presenti interessati a dare risposte chiare e concrete allo sviluppo di un territorio, quello del Parco nazionale, esteso per 150 mila ettari e nel quale vivono circa 146 mila persone.

Oltre ai sindaci dell’Aquila e di Pietracamela, erano presenti il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e la direttrice generale della Regione, Cristina Gerardis. Anche se la vocazione del comprensorio non può essere considerata esclusivamente quella collegata allo sci alpino, Lolli ha ribadito la necessità di effettuare interventi di ammodernamento degli attuali impianti di risalita che insistono sui due versanti, “in mancanza dei quali si assisterebbe inermi alla impossibilità di far quadrare i bilanci da parte degli enti gestori, causata dalle limitate presenze che i due comprensori dell’Aquila e di Pietracamela  riuscirebbero a gestire con gli attuali impianti a fune”.

Secondo Lolli si rende necessario l’arroccamento a Campo Imperatore, oltre che con la funivia, anche con gli impianti di Monte Cristo e di Fossa di Paganica, perché con quelli attuali che consentono il trasporto ogni ora di 2000-2300 persone, il Centro Turistico non potrebbe chiudere i bilanci in pareggio, se non con il contributo del Comune dell’Aquila, che le leggi attuali non rendono ulteriormente possibile.

“Quindi” ha detto Lolli, “o si fa questo anello di arroccamento o bisogna chiudere”.

Il vice Presidente ha poi spiegato che i finanziamenti per fare l’ammodernamento ci sono e derivano dalla legge che prevede la messa a disposizione del 4% dei fondi per la ricostruzione a beneficio di interventi per lo sviluppo e per la crescita sociale delle popolazioni colpite dal terremoto del 2006.

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