L’Aquila. “La maggioranza di centrodestra è affondata oggi sulla norma che prevede la riduzione di un canone che ancora non ha pagato nessuno. La mancanza del numero legale ha determinato lo scioglimento della seduta”.
È quanto annunciano Maurizio Acerbo e Antonio Saia, rispettivamente consiglieri regionali PRC e PdCI. Stando a quanto raccontato dai due politici, la maggioranza, con il sostegno del Partito Democratico, avrebbe infatti proposto di tagliare un canone per i concessionari di acque minerali introdotto all’inizio dell’anno.
“Da sempre l’acqua bene comune viene regalata alle imprese che realizzano profitti stratosferici commercializzando le acque in bottiglia” tuonano Acerbo e Saia. “Si tratta di un’autentica truffa che Rifondazione e i movimenti per l’acqua denunciano da anni. Finalmente la Regione Abruzzo si era dotata di una norma decente e immediatamente si fa marcia indietro”.
I consiglieri si scagliano anche contro l’atteggiamento del Pd, ricordando che, durante la giunta Del Turco, lo stesso partito impedì l’adozione del provvedimento ed ora, invece, sosterrebbe la proposta del centrodestra. “Riteniamo sbagliato e corporativo” aggiungono, inoltre, i due “l’atteggiamento dei sindacati che si sono prestati a questa operazione ingiustificabile. Non ci convincono gli argomenti con cui si passa da un canone di 1 euro per mille litri di acqua emunta a 0,30 per mille litri di acqua imbottigliata. Dicono che altrimenti le imprese che operano in Abruzzo perderebbero competitività rispetto a regioni che colpevolmente evitano di far pagare i signori del business dell’acqua. Dimenticano che vi sono però altre regioni che si fanno pagare anche più di quanto preveda il canone abruzzese”.
Acerbo e Saia spiegano la decisione come “una scelta di cedimento a pressioni lobbistiche inammissibili nel momento in cui i cittadini abruzzesi sono i più tartassati d’Italia per le altissime aliquote Irpef ecc. Rinunciare a un cospicuo introito mentre la giunta dichiara che non ci sono soldi per il sociale, i disabili, i precari della scuola, ecc. è un’offesa. E’ incredibile la logica per cui si tassano i poveri e i comuni cittadini, mentre si continuano a fare regali ai ricchi. Senza contare che l’impatto ambientale e economico dello smaltimento dell’immensa quantità di bottiglie di plastica immesse sul mercato dalle aziende dell’acqua ricade sulla comunità e lo pagano tutti i cittadini con la Tarsu. Per questo oggi abbiamo fatto ostruzionismo in aula e domani, in caso di approvazione di questa “porcata”, ci faremo promotori di un referendum regionale”.