Abruzzo. “In Abruzzo da oltre due anni si assiste al tentativo della magistratura di commissariare la politica e la democrazia”. Lo dice Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato, in un’intervista al Il Tempo. “Se c’e’ una riflessione da fare sul rapporto tra giustizia e politica non si può prescindere dall’Abruzzo.
Dal caso Abruzzo, perché ormai di questo si tratta”. “Io trovo che sia legittimo – dice ancora Quagliariello – che la magistratura controlli la politica, ma questo potere di controllo non può essere irresponsabile. In una situazione come quella abruzzese occorre una precauzione maggiore, dal momento che gli avvenimenti politici degli ultimi anni sono stati determinati da fatti giudiziari che non sono stati ancora definiti. Se prolungata, questa situazione può diventare una patologia: rischiamo che venga invertito il rapporto tra chi compie le scelte politiche e chi le controlla. In Abruzzo chi controlla, determina le scelte politiche”. In merito all’inchiesta sui rifiuti che ha visto il coinvolgimento di due senatori del Pdl, il vicecapogruppo commenta: “Ho visto gli avvisi di garanzia e non solo ho trovato accuse risibili rispetto al polverone che hanno sollevato, e frutto di una ricostruzione piuttosto traballante rispetto alle procedure che regolano la realizzazione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Non solo ho notato il riproporsi del pregiudizio di fondo per cui qualsiasi finanziamento alla politica, anche se registrato e documentato a norma di legge, debba per forza nascondere qualcosa di losco. Ma ho visto un quadro preoccupante rispetto a una concezione fisiologica del gioco democratico, che trovo fortemente alterato”. Il riferimento è ai termovalorizzatori: “Il centrodestra abruzzese – spiega Quagliariello – è sempre stato ed è tuttora favorevole ai termovalorizzatori. Non si possono fare processi alle intenzioni e addurre questo proposito come prova dell’esistenza di un sodalizio criminoso. Altrimenti significa vivere in un regime di ‘inquisizione’. Al contrario è opportuna una contestazione di fatti precisi che dimostrino che ci sia un illecito”. Il caso Abruzzo, comunque, per il vicecapogruppo del Pdl al Senato, parte da più lontano. “Nel 2008 – ricostruisce sul Tempo – la giunta regionale di Del Turco fu decapitata da un’altra iniziativa giudiziaria. Si andò alle elezioni anticipate, si parlò di una ‘valanga di prove che non lasciano spazio a difese’, ma oggi, a quasi tre anni di tempo, non sappiamo ancora se Del Turco è colpevole o innocente. Sempre per rimanere sul fronte del centrosinistra, e non dare neanche l’impressione che si voglia criticare una Procura solo quando colpisce la propria parte, ricordo anche l’arresto dell’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso. Io allora contestai duramente i tentativi di evitare il commissariamento del Comune attraverso un certificato medico, ma adesso non posso che constatare che la vicenda processuale e’ tutt’altro che avviata”. Quagliariello conclude rivolgendo “un appello” ai magistrati a”prendere bene in considerazione le parole di Giovanni Falcone. Lui diceva che quando la magistratura ha a che fare con la politica, tocca quel potere che è stato determinato dalla volontà popolare, deve avere una speciale precauzione”.
Mascitelli (Idv): “ Da Quagliariello solo parole farneticanti e intimidatorie”. “Dopo le prime dichiarazioni di facciata sulla fiducia nell’operato della magistratura, ora gli esponenti del centrodestra hanno gettato la maschera – svelando un evidente nervosismo con la riscoperta in Abruzzo di un sistema di intrecci tra politica e malaffare che li vede coinvolti mani e piedi – e sono passati alla fase di delegittimazione e denigrazione della magistratura”. E’ quanto afferma il senatore Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale dell’Italia dei Valori, sul vergognoso attaccato alla Procura di Pescara, lanciato da Quagliariello in una intervista sulla stampa nazionale. “Nessuno – aggiunge Mascitelli – si aspettava da Quagliariello parole che richiamassero i suoi ad un rispetto delle istituzioni e ad un dovere etico nei confronti della nostra comunità visto che milita in un partito il cui fondatore è imputato per corruzione in atti giudiziari ed il cui coordinatore nazionale, Denis Verdini, è inquisito per corruzione, ma da qui a voler imporre anche in Abruzzo il teorema della magistratura politicizzata offende la dignità della popolazione abruzzese che sta ancora pagando le conseguenze dei danni prodotti dal partito dei soldi, nel quale il centrodestra è coinvolto da tempo”.
“Noi – ha concluso il senatore Idv – vigileremo attentamente e se dovessero continuare questi messaggi intimidatori nei confronti del lavoro della magistratura a cui vanno garantite indipendenza e autonomia, chiederemo al ministro della Giustizia di riferire in Parlamento su tutte le interferenze e le ingerenze indebite che vanno ad ostacolare il lavoro dei giudici”.