Lecce (4-3-1-2): Gabriel; Adjapong, Lucioni, Meccariello, Calderoni (75’ Zuta); Henderson, Tachtsidis (86’ Maselli), Paganini; Mancosu (77’ Majer); Stepinski Dubickas(86′ Dubickas), Coda (77’ Pettinari). In panchina: Bleve, Pierno, Vigorito, Gianfreda, Lo Faso. Allenatore: Eugenio Corini
Pescara (4-3-1-2): Fiorillo; Balzano (56’ Nzita), Guth, Jaroszynski; Bellanova (86’ Di Grazia), Omeonga (57’ Vokic), Fernandes (78’ Memushaj), Masciangelo; Maistro; Belloni (57’ Busellato), Ceter. In panchina: Alastra, Radaelli, Elizalde, Ventola, Crecco, Diambo. Allenatore: Massimo Oddo
Reti: 12’ e 74’ Stepinski, 49’ Coda, 66’ Maistro
Arbitro: Daniel Amabile di Vicenza (Caliari-Grossi/Natila)
Ammoniti: Tachtsidis, Fernandes, Busellato, Masciangelo
Sempre più a rischio esonero, Oddo cerca a Lecce il riscatto con una formazione rivoluzionata: esclusi Galano, Valdifiori, Bocic, Capone, Drudi e Riccardi, rientra Bellanova dopo il Covid, esordisce Guth in difesa e in attacco vanno Belloni e Ceter. I padroni di casa schierano Mancosu e Stepinski: Corini (squalificato, in panchina c’è Lanna), preferisce Coda all’ex biancazzurro Pettinari.
Il Lecce ci mette solo 5 minuti a costringere Fiorillo al primo miracolo: affondo e traversone di Stepinski, Coda accorre sul dischetto alla deviazione di prima e il portiere deve murare con i piedi. La pressione salentina è insostenibile per il Pescara e al 12’ arriva il vantaggio: incertezza difensiva su corner, Guth non riesce a spazzare e la consegna a Stepinski per una girata ravvicinata che non perdona. 1-0. La manovra giallorossa è ripetuta e avvolgente e i padroni di casa dominano: lancio in profondità di Henderson al 38’, fuga di Coda, Guth se lo perde nella prateria ma l’attaccante, al cospetto di Fiorillo, cerca l’angolino basso e lo manca malamente. Lecce a tamburo battente: ancora Guth protagonista negativo al 42’ con una respinta corta su traversone basso che innesca la sassata di Mancosu da centro area, palla ben indirizzata ma c’è la deviazione (forse di mano) di Balzano che fa uscire la palla a fil di palo. Ultimo assalto prima dell’intervallo di Adjapong, Fiorillo respinge con i pugni e Coda mette nuovamente fuori, stavolta sopra la traversa.
Sussulto d’orgoglio Pescara a inizio ripresa: Ceter sfonda centralmente in mezzo a 3 difensori e conclude appena entrato in area ma Adjapong riesce a deviarla sul fondo con la punta del piede. Solo un’illusione, il Delfino è arenato e al 49’ prende il secondo con un’altra topica di Guth: il difensore incespica nel rimpallo contro Mancosu che poi lascia sul posto anche Omeonga e può facilmente metterla dentro per il tap-in di Coda. 2-0. Oddo tenta di riparare con Busellato, Nzita e Vokic, ma in campo i suoi creano solo tanta confusione. Un caso il goal, seppur bellissimo, di Maistro al 66’: Adjapong perde palla a metà campo, lui la recupera, sale fino al limite e disegna un arcobaleno di destro che gira all’interno del palo opposto. 2-1. L’entusiasmo rianima gli abruzzesi che guadagnano un corner al 71’, cercano lo schema e Vokic gira una bordata mancina che va volare Gabriel a salvare la traversa con una mano. Un paio di lampi nel buio profondo del Pescara: al 74’ Fernandes regala palla a Stepinski sulla mediana e gli spalanca l’intera metà campo per arrivare direttamente in porta. 3-1. Fino alla fine solo gli ultimi cambi, quello che non cambia è il risultato e la mancanza di qualsiasi ordine tattico del Pescara.
Per la squadra di Oddo – 6 sconfitte consecutive tra campionato e coppa Italia – è crisi profonda: il baratro in cui i biancazzurri, da ultimi in classifica sono finiti, è ormai profondissimo e la panchina del tecnico campione del mondo è un cristallo gravemente incrinato. I tanti errori visti stasera rendono fin troppo evidente che la squadra non è più ai suoi ordini, e i proclami di fiducia della società suonano a vuoto. Urge una svolta in riva all’Adriatico.