Il rito quotidiano della spesa si fa sempre più pesante.
I prezzi dei beni alimentari sono in continuo aumento: secondo i dati Istat, nel solo mese di ottobre 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha conosciuto un incremento pari al 3,5% su base mensile, del 11,9% su base annua.
L’inflazione (11,9%) nel nostro Paese non toccava un dato così alto dal 1983 (13%): la forte accelerazione si deve soprattutto all’aumento del costo dell’energia, all’aumento del costo delle materie prime, e al fattore speculazione.
I prodotti al dettaglio come frutta e verdura sono quelli che stanno registrando i maggiori aumenti, la frutta + 8,1% e la verdura + 17,8%. Ma ad aumentare sono anche i prezzi di pasta (+26%), latte (+3%), zucchero (+24%), olio di semi (+61%), farina 00 (+37%).
Le conseguenze sono di duplice natura: da una parte gli italiani tagliano la spesa andando a ridurre i consumi, ed escludendo alcune categorie di prodotti “non di prima necessità”, dall’altra per risparmiare si abbassa la qualità dei prodotti acquistati prevalentemente in discount e in offerta. La spesa nei discount è, ad oggi, quella che consente il maggior risparmio, nonostante anche questa tipologia di supermercati abbia conosciuto un aumento dei prezzi di circa il 25% rispetto al 2021.
Coldiretti ha stimato che le famiglie italiane, nel 2022, spenderanno in media 564 euro in più soltanto per la spesa alimentare. Questo problema si riflette soprattutto sulle categorie più deboli che destinano i loro stipendi a spesa e bollette.